La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria: l’aforisma è dello scrittore, giornalista, umorista e critico cinematografico Ennio Flaiano, e calza a pennello per la notizia che sto per riportare.
Il ministro Luca Ciriani, di Fratelli d’Italia, con delega ai rapporti con il Parlamento nel governo Meloni, ha proposto di eliminare le sedute parlamentari del venerdì. Ma non perché non servano — udite, udite — bensì per "spostare al giovedì le interpellanze, perché è difficile garantire il venerdì la presenza di ministri e sottosegretari".
Di settimana corta per tutti, in Parlamento, non se ne parla neanche alla lontana. A meno che — unica condizione accettabile — il venerdì libero da impegni non venga offerto anche agli altri lavoratori italiani, non solo ai deputati.
Vale la pena ripeterlo: la proposta arriva direttamente dal ministro Luca Ciriani. È proprio l’uomo di fiducia di Giorgia Meloni ad aver ventilato l’idea della settimana corta durante l’ultima riunione con tutti i capigruppo di Montecitorio.
In fondo, per sbrigare gli impegni governativi e legislativi, quattro giorni possono bastare: dal lunedì al giovedì. E le interpellanze rivolte ai membri del governo, fissate tassativamente al venerdì? Spostarle di 24 ore, secondo loro, è un gioco da ragazzi.
L’aria che tira la percepiscono anche le forze armate — lo dico con cognizione di causa, avendone fatto parte per 32 anni. Lo conferma la richiesta dell’Esercito di introdurre lo smart working e la settimana corta: una proposta che è sembrata una battuta perfino ai sindacati.
Patrioti dal lunedì al giovedì, ovviamente esclusi i festivi e solo in orario d’ufficio.
È lo stesso governo che considera inaccettabile lo sciopero del venerdì, perché — essendo giorno di stacco dalla retribuzione — somiglia troppo a un weekend lungo.
Senza retorica: mentre nel Paese reale milioni di persone si spezzano la schiena per sei giorni a settimana — almeno quelli che hanno un contratto regolare — deputati e ministri meloniani sognano il fine settimana anticipato.
E se la classe politica parlamentare agogna alla settimana breve, che volete che sia un gettone di presenza per un consigliere comunale di Marsala pari a 54,33 € lordi per ogni seduta del Consiglio, delle commissioni consiliari o di "Sala delle Lapidi"? Per riceverlo basta essere presenti al 50% dell’adunanza, come previsto dall’art. 28, comma 12, del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale.
Nell’ultima commissione a cui ho partecipato, la seduta è durata 40 minuti — al massimo un’ora e un quarto — quando vengono convocati giunta, dirigenti o tecnici. Altrimenti, capita (ma non sempre) di assistere alla semplice lettura dei documenti da esitare.
Caro Ennio, avevi proprio ragione.
Vittorio Alfieri