Dal 5 al 7 luglio il borgo del Belice diventa laboratorio di rigenerazione urbana e culturale: artisti, studiosi e cittadini insieme per restituire vita e identità ai territori dimenticati.
Tra le rovine del terremoto del 1968 e la città nuova sorta negli anni '80, Poggioreale prova a riscrivere il proprio futuro. Dal 5 al 7 luglio, il piccolo centro trapanese sarà il cuore pulsante di un esperimento sociale e culturale destinato a diventare modello per tutti i borghi siciliani in lotta contro lo spopolamento.
Un festival di tre giorni, “iART POGGIOREALE”, fatto di confronti, laboratori, mostre e installazioni, animerà il borgo con il coinvolgimento diretto della comunità e di importanti esponenti del mondo culturale, accademico e istituzionale. A guidare il progetto, cofinanziato dal PNRR (Misura M1C3 del Ministero della Cultura), è un team di esperti nella rigenerazione urbana, tra cui Lucenzo Tambuzzo, Emanuele Messina e Clara Mollica.
Un nuovo modello, partendo dal basso
L’obiettivo è ambizioso: trasformare Poggioreale in un modello di rigenerazione dal basso, capace di valorizzare identità, memoria e partecipazione attiva dei cittadini. «A differenza del “modello Gibellina”, costruito dall’alto con l’intervento di grandi artisti – spiega Lucenzo Tambuzzo, direttore artistico del progetto – qui si parte dalla comunità, dalle storie, dalle tradizioni orali, per costruire un futuro che restituisca senso e bellezza alle pietre del passato».
Un passo concreto è rappresentato dalla riapertura del centro storico danneggiato dal sisma del ’68, attraverso il recupero di edifici simbolo – come l’antica Casa Agosta, ormai prossima al completamento – e la ristrutturazione dell’asse principale del borgo. L’intervento urbanistico è firmato dall’architetto Lelio Oriano Di Zio, già noto per il progetto dell’albergo diffuso a Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo.
1,6 milioni dal PNRR e una comunità in movimento
Il progetto si muove grazie a un finanziamento di 1,6 milioni di euro del PNRR, destinati allo sviluppo di attività culturali e alla nascita di una Impresa di comunità, un nuovo soggetto partecipato da cittadini, associazioni e imprese locali. «Una sfida che parte da Poggioreale – afferma il sindaco Carmelo Palermo – ma che interessa tutta la Sicilia interna. Il nostro obiettivo è riattivare botteghe artigiane, ospitalità diffusa e iniziative culturali capaci di rendere il borgo nuovamente vivo e attrattivo».
Il programma: memoria, arte e futuro
Il festival si apre venerdì 5 luglio alle ore 18 in Piazza Elimo, con il laboratorio “Tracce e memorie” e l’intervento dell’antropologo Marco Aime sul tema “La memoria non crolla”. Aime, docente universitario e scrittore, è tra i maggiori studiosi italiani di identità e tradizioni popolari.
Sabato 6 luglio, sempre in Piazza Elimo, spazio all’arte con il regista e produttore Alfio Scuderi, che guiderà un confronto su “Abitare il futuro. Arte e rigenerazione dei luoghi”.
Il festival si chiude domenica 7 luglio con un confronto pubblico tra sindaci dei Comuni del Belice, parlamentari e studiosi, sul tema “Modelli di rigenerazione dei borghi”. In serata, la proiezione del docufilm “Viaggio nelle Eredità immateriali di Poggioreale”, sintesi visiva e simbolica del percorso intrapreso.
Una sfida condivisa
Dietro l’organizzazione dell’iniziativa c’è la società Humus Srl, con la direzione artistica di Tambuzzo. Il festival, aperto al pubblico e a ingresso libero, è pensato come un laboratorio collettivo: una chiamata alla partecipazione per chi vive questi luoghi e per chi, magari, sogna di tornare.
In un’epoca in cui i piccoli borghi sembrano destinati all’oblio, Poggioreale prova a invertire la rotta, puntando sulla cultura, sull’identità condivisa e sulla forza delle comunità. Un esempio concreto che, se funzionerà, potrà indicare la via anche ad altri territori dimenticati della Sicilia e dell’Italia intera.