Si è spento a Palermo all’età di 78 anni Alberto Stabile, tra i più autorevoli cronisti del giornalismo italiano contemporaneo. Nato a Trapani, la sua carriera è stata un lungo viaggio tra la cronaca giudiziaria siciliana e i teatri di guerra del Medio Oriente, raccontati sempre con profondità, rigore e passione. I funerali si terranno giovedì mattina alle 9.30, nella Chiesa delle Croci a Palermo.
Definito da molti “la memoria del Medio Oriente”, Stabile ha saputo restituire al lettore la complessità e le ferite di una regione segnata da guerre, ideologie e speranze. Laureato in giurisprudenza, ha iniziato il suo percorso giornalistico nei primi anni Settanta al quotidiano L’Ora, seguendo da vicino i principali casi giudiziari siciliani. È stato poi il primo corrispondente da Palermo per la Repubblica, dove ha ricoperto anche il ruolo di caporedattore a Bologna.
Il suo nome è però legato soprattutto al lavoro da inviato estero. Per oltre vent’anni, da Gerusalemme e Beirut, ha raccontato i conflitti mediorientali, diventando una firma di riferimento per la Repubblica, l’Espresso e, più recentemente, per la pagina Facebook L’Ora – Edizione straordinaria. Solo due settimane fa aveva pubblicato un’analisi puntuale sull’attacco israeliano all’Iran: l’ennesimo esempio del suo sguardo acuto e della sua voce ancora lucida.
La sua esperienza di inviato è racchiusa nel volume Il giardino e la cenere (Sellerio), un’opera che supera il semplice reportage per diventare testimonianza di un’epoca e di un luogo: l’American Colony Hotel di Gerusalemme, storico rifugio di giornalisti, dove le storie si intrecciavano alla Storia. Un libro che resta oggi un punto di riferimento per comprendere il conflitto israelo-palestinese.
Negli ultimi anni, Stabile aveva scelto di rimanere attivo sul piano culturale, mantenendo uno stretto legame con la sua terra natale. A Trapani e a Favignana ha organizzato incontri, spettacoli e partecipato a eventi culturali. Il 16 luglio 2020 fu tra i protagonisti della presentazione del libro L’Ora – Edizione straordinaria, accanto allo storico Salvatore Costanza.
Con la sua scomparsa, il giornalismo italiano perde una figura di straordinaria coerenza, profondità e umanità. Alberto Stabile apparteneva a quella generazione di cronisti che non si accontentava della superficie, ma cercava le radici profonde dei fatti. Sempre presente, sempre preparato, sempre fedele a un’etica del racconto fondata sulla verità, sull’ascolto e sul rispetto. Un uomo che ha saputo attraversare i conflitti senza mai rinunciare allo sguardo umano.