Un’Italia che riflette sulle sue ombre, sulle sue storie dimenticate e sulle sue contraddizioni. Un’Italia che sceglie la parola per guardarsi dentro. Questa sera, 12 luglio, due appuntamenti imperdibili accendono i riflettori su Gibellina e Selinunte, tra teatro civile e racconto identitario.
A Gibellina, all’interno del cartellone delle Orestiadi, arriva Ascanio Celestini con il suo spettacolo “Poveri Cristi”: una galleria di volti e storie ai margini, tra migranti, barboni, razzisti, santi e peccatori. Con il suo inconfondibile stile narrativo, Celestini dà voce a chi non ce l’ha, restituendo dignità ai personaggi “scomodi” del nostro tempo. «Racconto loro perché sono la mia gente», dice Celestini, che da anni porta avanti un teatro fatto più di immagini che di parole. Un lavoro cominciato nel 2012 e oggi più attuale che mai, tra nuove povertà e vecchi pregiudizi. Appuntamento alle ore 21 al Baglio di Stefano.
A pochi chilometri di distanza, al Parco Archeologico di Selinunte, si alza invece il sipario su “Agorà”, il nuovo festival estivo tra i templi, curato da CoopCulture con Nova Civitas. A inaugurarlo sarà Gianluigi Paragone, giornalista e conduttore televisivo, con lo spettacolo “Moderno sarà lei”, un viaggio tra memoria e futuro, che richiama gli anni Ottanta per ripensare il presente. «Un tuffo nel passato – dice Paragone – ma per capire il presente e prepararci a un futuro dominato anche dall’intelligenza artificiale». Niente comizi, ma parole pensate per il palcoscenico, con uno stile che fonde il teatro con il racconto giornalistico.
Due appuntamenti, due linguaggi diversi, ma un’unica direzione: usare la cultura come specchio del nostro tempo.