Trapani, autobotte e numero irraggiungibile: accertamenti e rischio sanzioni al Comune
Il caso della gestione dell’autobotte comunale a Trapani continua ad allargarsi e ora si trasforma in un’inchiesta interna a Palazzo d’Alì. Dopo le nuove denunce del comitato cittadino spontaneo “L’acqua è un diritto di tutti”, il segretario generale Giovanni Panepinto, sebbene in ferie, ha annunciato accertamenti per verificare eventuali disfunzioni nel servizio di segnalazione e prenotazione rifornimenti. Se emergessero irregolarità, avverte il Comune, non si escludono provvedimenti disciplinari per il personale coinvolto.
A far deflagrare la polemica è stato ancora una volta Vito Marino, attivista del comitato, che ieri ha pubblicato un video mostrando l’ennesimo tentativo andato a vuoto di contattare il numero d’emergenza fornito dall'amministrazione ai residenti delle vie colpite dall’inquinamento idrico.
Nel filmato vengono elencate le strade interessate – via Patrici, via Corallai, via Custonaci – e spiegato che sono in corso lavori per individuare il punto di commistione tra acqua pulita e contaminata. Ma soprattutto, viene mostrato cosa succede quando si chiama il centralino: lunghi minuti di attesa, voci registrate che si ripetono e nessuna risposta. “Questo è l’andazzo da sempre, non solo adesso che c’è l’inquinamento”, commenta Marino.
Lo scorso sabato sera, racconta il comitato, “alle 22:45 abbiamo ricevuto una segnalazione urgente da parte di alcuni residenti delle aree interessate dall’inquinamento”. Così lunedì mattina Vito Marino e altri attivisti si sono recati in centro storico per documentare la situazione e raccogliere le testimonianze dei residenti, i cui contatori sono stati chiusi da una decina di giorni.
“La prima cosa che ci hanno detto – si legge nel post – è che hanno dovuto mettere mano al portafoglio per sanificare le loro taniche e acquistare autobotti private, poiché non riescono a mettersi in contatto col servizio idrico per richiedere quella comunale. Abbiamo provato a chiamare anche noi e il risultato è quello che vedrete nel video”.
Alcuni abitanti, prosegue il comitato, hanno raccontato di aver avuto forti crampi allo stomaco nei giorni scorsi e di essere “veramente esasperati e arrabbiati di dover pagare bollette idriche carissime per poi subire incessanti disservizi fino al punto di temere per la propria salute”.
“Come comitato possiamo assicurarvi – continua la nota – che non resteremo indifferenti di fronte a un tema tanto delicato quanto essenziale come quello dell’acqua. Ci impegneremo con ogni mezzo a nostra disposizione per sensibilizzare le istituzioni competenti e promuovere una maggiore informazione e consapevolezza tra la cittadinanza. Siamo convinti che solo attraverso la collaborazione e l’ascolto si possano trovare soluzioni concrete ed efficaci”.
Ma non finisce qui. Il comitato denuncia un altro episodio che alimenta le polemiche: ieri una cittadina, Paola, ha contattato il servizio per chiedere un rifornimento d’acqua ma le è stato risposto che “l’autobotte non può essere inviata perché è riservata solo alle zone con l’inquinamento”. Poche ore dopo, gli attivisti raccontano di aver visto l’autobotte comunale effettuare un ennesimo rifornimento a una nota pizzeria del centro storico. Sarebbe il quindicesimo o sedicesimo viaggio per lo stesso locale dall’inizio dell’anno, secondo i registri comunali ottenuti con accesso agli atti.
I componenti del comitato hanno denunciato un precedente simile avvenuto il 17 aprile: proprio il giorno in cui l’amministrazione rispondeva negativamente al reclamo di un residente del centro storico, l’autobotte risultava impegnata a rifornire un’altra attività commerciale nella stessa zona. “Chiunque chiama non trova nessuno al telefono. Però una manciata di persone hanno chiamato 7, 10 volte, sempre prendendo la linea e ricevendo l’autobotte. Come è possibile?”, si domanda Luca Sciacchitano, componente anch'egli del comitato.
Il dato preoccupa anche perché, secondo la ricostruzione degli attivisti, tra gennaio e giugno 2025 ben il 28,5% delle uscite dell’autobotte sarebbe stato destinato a una sola utenza commerciale. E intanto altre famiglie continuano a segnalare difficoltà nel ricevere assistenza, pur vivendo nelle zone interessate dalla chiusura dei contatori.
Il Comune, messo alle strette dalle critiche, prova a correre ai ripari. Panepinto ha spiegato che “le dipendenti hanno risposto alle telefonate ricevute al numero dedicato” ma ha aggiunto che “si faranno verifiche approfondite negli uffici competenti e, se saranno riscontrate anomalie, scatteranno provvedimenti disciplinari”.
Il comitato, dal canto suo, ha integrato l’esposto già inviato due mesi fa ai Carabinieri, parlando di gestione “poco trasparente” e chiedendo che la magistratura accerti se esista un “numero diretto” per alcuni utenti. “Misteri della telefonia che speriamo vengano chiariti. La realtà è che in un’emergenza idrica non possono esistere cittadini di serie A e di serie B”, commentano.
Intanto la tensione cresce anche tra i residenti delle vie colpite. In molti si chiedono se il sistema di prenotazione del rifornimento con l’autobotte sia davvero efficace o se, come sospettano, funzioni a macchia di leopardo favorendo qualcuno.
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