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24/07/2025 06:00:00

Acque inquinate e cemento illegale minacciano il mare siciliano. La situazione a Trapani

Il mare inquinato, la costa sfregiata. La Sicilia affoga tra scarichi fognari e cemento illegale. Lo dicono le ricerche di Legambiente sullo stato di salute delle acque e delle coste. L'ultima ricerca viene fuori da Goletta Verde e Goletta dei Laghi, la storica campagna di Legambiente che ogni estate monitora lo stato di salute del mare italiano. E per l’Isola il bilancio è pesante: quasi la metà dei campioni d’acqua è risultata fuori dai limiti di legge. Mentre la costa continua a essere aggredita dal mattone selvaggio, con 48 case abusive ogni 100 costruite legalmente.

 

Il risultato? Un mare che in molti tratti non è sicuro per la balneazione, e una costa sempre più compromessa.

 

Sicilia, un mare su due è inquinato
 Su 25 campioni prelevati da Legambiente tra fine giugno e inizio luglio, 11 sono risultati oltre i limiti di legge: due “inquinati” e nove addirittura “fortemente inquinati”. Il 44% dei punti monitorati, insomma, non è sicuro.

Le criticità maggiori si concentrano alle foci di fiumi e torrenti, dove spesso mancano cartelli di divieto di balneazione. In provincia di Palermo, ad esempio, su otto punti campionati cinque sono risultati entro i limiti (ma due molto vicini al superamento), mentre le tre foci analizzate – tra Bagheria, Palermo e Terrasini – sono risultate tutte fortemente inquinate.

Situazioni simili anche a Catania (due punti fortemente inquinati), Siracusa (una sola stazione monitorata, entro i limiti), e Agrigento, dove la foce del Cansalamone a Sciacca è risultata tra le peggiori in assoluto.

 

 

Trapani, tre punti su quattro fuori legge
Anche la provincia di Trapani non si salva. Su quattro punti campionati, ben tre sono risultati fortemente inquinati. Il primo è sul lungomare Dante Alighieri, a Trapani, in prossimità del pennello di fronte l’isola ecologica, uno dei tratti più frequentati dai bagnanti. Il secondo è a Marinella di Selinunte, presso lo scarico del depuratore. Il terzo alla foce del fiume Delia a Mazara del Vallo.

L’unico punto risultato “entro i limiti” è quello prelevato presso la spiaggia vicino all’ex Tonnara a San Cusumano, nel territorio di Erice. Si tratta di un bilancio tra i peggiori dell’Isola.

 

 

“Depurazione carente, amministrazioni assenti”
«Anche quest’anno i dati del monitoraggio di Goletta Verde evidenziano una situazione preoccupante nelle foci dei fiumi, che rispecchiano una carente attività di depurazione», ha dichiarato Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. «Serve che le amministrazioni diano segnali forti, inserendo la depurazione tra le priorità. In alcuni casi, le criticità sono diventate croniche».

Secondo Alice De Marco, portavoce di Goletta Verde, «la nostra missione non è certificare la balneabilità, ma denunciare le criticità. Senza un sistema efficiente di depurazione, mettiamo a rischio la salute pubblica e l’ambiente. Non possiamo più permetterci di perdere tempo: l’Italia è già sotto procedura di infrazione europea».

Un’altra nota dolente riguarda la comunicazione: in più dell’88% dei punti campionati in Sicilia non sono presenti cartelli informativi sulla qualità delle acque, né avvisi di divieto di balneazione. Informare i cittadini, ricordano da Legambiente, è obbligo delle amministrazioni locali.

 

Abusivismo edilizio: quasi una casa su due è illegale
A tutto questo si somma un altro problema endemico: l’abusivismo edilizio. Secondo il dossier Abbatti l’abuso, ogni 100 case costruite legalmente in Sicilia ce ne sono 48 fuorilegge. Un dato che colloca l’Isola tra le regioni peggiori d’Italia, dietro solo a Calabria, Basilicata e Campania.

Dal 2004 al 2022 nei 154 Comuni siciliani che hanno risposto al monitoraggio di Legambiente sono state emesse 18.409 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite appena 3.543, pari al 19,2%. Otto volte su dieci, insomma, l’abusivo resta impunito.

Tra le province più colpite: Messina (85 reati accertati nel 2024), Palermo (73), Agrigento (39). Trapani è nella parte bassa della classifica, ma con 9 casi registrati ufficialmente (senza contare quelli non denunciati) resta un territorio a rischio.

 

 

“La costa non si tocca. Giù le mani dal mare”
Il messaggio di Legambiente è chiaro. «L’abusivismo edilizio è una piaga che tiene in ostaggio il territorio – affermano Castronovo e De Marco –. È ora di riaffermare il principio di legalità, perché solo con l’esecuzione delle demolizioni si può fermare il cemento illegale».

Durante l’ultima tappa agrigentina di Goletta Verde, gli attivisti hanno srotolato sulla spiaggia della Maddalusa – nel cuore del Parco della Valle dei Templi – uno striscione con la scritta “Abbattiamolo”, in riferimento agli edifici abusivi ancora in piedi su un tratto di costa di alto valore naturalistico.

A rafforzare il messaggio è arrivata anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 72/2025, che ha ribadito il divieto assoluto di edificare entro i 150 metri dalla battigia, chiudendo la porta a qualunque interpretazione “creativa” delle norme urbanistiche.