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27/07/2025 06:00:00

Da Monte Cofano allo Zingaro, paradisi sfregiati dalle fiamme. La rabbia dopo gli incendi

Una notte di fiamme e paura. E ora è il momento della rabbia, della conta dei danni. Perchè ciò che di bello e prezioso ha questo territorio, la provincia di Trapani, è stato ancora una volta sfregiato, distrutto. Da Monte Cofano allo Zingaro. 

 

La provincia di Trapani ha vissuto tra venerdì 25 e sabato 26 luglio ore drammatiche, colpita da vasti incendi che hanno devastato il territorio e messo a rischio vite umane e patrimonio naturale. I fronti più gravi si sono registrati a Castelluzzo, Custonaci, San Vito Lo Capo e nella Riserva dello Zingaro, ma tutta la Sicilia è stata interessata da roghi di vaste proporzioni. L’origine, ancora una volta, è probabilmente dolosa.

 

«Una vera e propria apocalisse». Così il sindaco di Custonaci, Fabrizio Fonte, descrive la portata della tragedia: «Due riserve naturali distrutte, persone evacuate nel cuore della notte, attività messe in ginocchio. È un guanto di sfida lanciato alle istituzioni. Ma siamo stanchi di assistere a questo scempio a ogni soffio di scirocco».

 

 

 

Il bilancio tracciato dal comandante regionale dei Vigili del Fuoco, Agatino Carrolo, è impressionante: 3.000 interventi effettuati in Sicilia dal 21 luglio, 2.000 ettari andati in fumo. Solo nella giornata di ieri si sono registrati 380 incendi, da Trapani a Niscemi, da Biancavilla a Messina. Mezzi aerei, elicotteri, Canadair, uomini a terra: tutte le forze sono state mobilitate.

«Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ha risposto all’emergenza con un impiego straordinario di uomini e mezzi – spiega Carrolo – in stretta collaborazione con la Regione, la Protezione Civile e i comandi provinciali».

Il presidente della Regione, Renato Schifani, rivendica gli sforzi dell’amministrazione regionale: «L’apparato antincendio è stato rafforzato, la nuova Sala operativa unificata è attiva da giugno, le convenzioni con i Vigili del Fuoco sono operative. Ma serve anche la collaborazione dei cittadini: ogni segnalazione tempestiva può salvare vite».

 

Ma le critiche non mancano. L’onorevole Cristina Ciminnisi (M5S) è durissima: «Non è il caldo, non è il vento, è criminalità. E l’immobilismo del governo regionale è complice. La Regione si fa trovare impreparata ogni estate. Schifani inaugura sale operative, ma sul territorio mancano operai forestali, mancano piani di prevenzione, mancano dirigenti. La propaganda non spegne gli incendi».

Sulla stessa linea anche il deputato del PD, Dario Safina: «Un disastro ambientale di proporzioni drammatiche, che dimostra l’assenza di una strategia. Le proposte dell’opposizione restano inascoltate. Schifani ci dica cosa vuole fare, al di là delle passerelle. I cittadini meritano sicurezza, non promesse».

Il presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani, Salvatore Quinci, chiama a una riflessione profonda: «Non possiamo più limitarci alla gestione dell’emergenza. Serve un corpo di Polizia Provinciale, manutenzione del verde, barriere tagliafuoco, strumenti di prevenzione. Basta rincorrere le emergenze».

 

Il grido d’allarme arriva anche dai sindacati. Cgil, Cisl e Uil denunciano: «I lavoratori forestali sono lasciati soli, con squadre ridotte e poche giornate. La politica ha abbandonato il bosco. I deputati regionali, soprattutto quelli trapanesi, sono responsabili. Il presidente Schifani venga a vedere con i suoi occhi lo scempio che ha contribuito a creare».

 

Dalla CNA Sicilia arriva una proposta concreta: «Serve subito un protocollo di emergenza regionale. Gli incendi distruggono biodiversità, imprese, turismo. Ogni ettaro in fiamme è un colpo al futuro della Sicilia. Basta ritardi, servono mezzi, sanzioni, bonifiche, sostegni economici e un piano tecnologico di sorveglianza».