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31/07/2025 06:00:00

Marsala, la giunta naviga a vista: giochi di potere e nessuna visione

E’ una giunta di plastica quella del sindaco Massimo Grillo, che può essere giudicato come amministratore, ma politicamente rimane sempre uno che ne capisce assai e che sa con chi ha a che fare.


I fedelissimi di Grillo sono Giacomo Tumbarello e Salvatore Agate, seppure quest’ultimo abbia una tessera in tasca di Forza Italia, ma non è uomo di partito, non lo è mai stato e si ritrova con questa tessera, che poteva essere quella di un altro partito ancora  perchè bisognava dare copertura al sindaco.


Chi ne ha tratto vantaggio di tutto questo? Il sindaco non ha chiesto più in giro nomi di assessori, che non sapeva trovare,  e Enzo Sturiano che ha ha i suoi punti di riferimento. E’ il sindaco ombra della città, seppure nelle loro chat interne del sindaco non solo parlano male ma cercano pure di costruire una alternativa, rimanendo in giunta fino a dicembre. 
Cioè prendere tutto quello che c’è da prendere, gestire potere e posizioni, che significa fare campagna elettorale, mollare il sindaco e provare a fare altro. Operazione così fallimentare non si vede nemmeno a Roccacannuccia. 
Grillo dal canto suo le sbaglia tutte, in cerca di un equilibrio che non c’è, che non ha voluto  e che ora vorrebbe ma i partiti non ci sono.

 

Il caso Ingardia
E’ arrivata piazzata in giunta da Enzo Sturiano, è diretta espressione di Nino Maggio, altro personaggio del gruppo Sturiano. Donatella Ingardia arriva in modalità “non ho niente di politico, di amministrativo, ho le conoscenze giuste per occupare una poltrona”. E’ stata fatta fuori per dare spazio a due nuovi ingressi, poi ripescata, in notturna, per evitare che la giunta fosse senza quota rosa e anche per evitare che finisse di nuovo a Palermo come dirigente scolastica.
La Ingardia si sente forte del suo ruolo, finché dura è fortuna, perché per esistere in politica devi avere o i voti o il carisma e fare opinione pubblica. Nel suo caso è messa male. Ma è lì non perché aggiunge valore alla storia della città o delle donne in politica. No. Lei è lì perché Sturiano l’ha voluta la prima volta e l’ha voluta la seconda volta, per accontentare i suoi amici e per maneggiare potere, quindi creare consenso. 
Ma chi è il gruppo Sturiano? Sono gli amici fedelissimi, quelli che tengono al valore dell’amicizia  e che lo seguono ovunque, come è successo nel PD qualche anno fa. Solo che i dem di allora sono stati molto più intelligenti e hanno negato loro le tessere, lasciati sulla porta. Perché dove arrivano loro spaccano i partiti e li utilizzano per postazioni personali. Non c’è una sola prova che dica il contrario. Ovviamente diranno che lo fanno per la collettività, che ringrazia ma rimanda al mittente non conoscendoli nemmeno in faccia.

 

Pellegrino, è tempo di svegliarsi 
Il capogruppo azzurro in ARS, Stefano Pellegrino, avalla posizioni che sono inconciliabili con il suo stile di vita e con i valori che ha sempre espresso. Non ha mai fatto politica con il branco pronto ad assaltare la preda, ma seguendo percorsi lineari. Oggi di lineare dentro la giunta  non c’è niente, c’è esercizio di postazioni e galleggiamento guardando al 2026, volendo pure fregare lo stesso sindaco, a dimostrazione che di Grillo, e di politica, non hanno mai capito niente. Perché la politica non è solo fare una lista. Ammesso che siano tutti candidabili quelli del gruppo Sturiano, ovviamente con riferimento ai consiglieri comunali. La politica è questione di affidabilità. Che non hanno. 
Pellegrino ha capito-perché la domanda da quiz è questa-che il gruppo Sturiano non è il suo ma, appunto, del presidente del consiglio? Quel gruppo oggi è lì, domani chissà. Non lo dice la stampa, ma i fatti politici pregressi. E che figura ci fa un capogruppo azzurro a sposare giunte comunali fallimentari e che portano a lui solo imbarazzi? Lo stesso Pellegrino più volte non ha mancato di dire che appoggerebbe la candidatura di Salvatore Ombra.


Consiglio comunale, tra mutismo e abbigliamento da spiaggia
E’ estate, c’è caldo. Alcuni consiglieri comunali hanno un abbigliamento con cui di solito si va in spiaggia o al bar. Invece varcano l’Aula, le commissioni, presenziano e discutono atti. Magari non c’è un regolamento interno, magari nessuno li censura per inappropriatezza dell’abito. Ma presenziare è importante, altrimenti il gettone non scatta. E scatta anche quando si fanno i 5 anni di consiliatura solo dicendo “presente”, "favorevole", “contrario”… già è tanto.
Se il decoro è un optional e il contributo inutile, allora a cosa serve sedere lì dentro? Per essere ricandidati.