Gentile redazione di Tp24,
in riferimento ad un articolo recentemente pubblicato sul vostro giornale, desidero inviarvi un mio contributo in risposta.
I quarantenni, la generazione dimenticata?
No, non è dimenticata, è ignorata, bloccata, sacrificata. Una generazione lasciata a metà strada, compressa tra una classe dirigente che si ostina a non mollare la presa e giovani costretti a scappare per respirare.
Non tutti i giovani si sono piegati. Alcuni non ancora trentenni hanno deciso di volare alto, di costruirsi da soli le chiavi per aprire il mondo. Hanno sfondato porte, portoni, muri, con una sola arma a loro disposizione: "lo studio" purtroppo lontano da qui, perché dentro il proprio Paese non c’era aria, non c’era spazio, non c’era futuro.
E lo dico da padre: sì, sono di parte, e ne vado fiero. Fiero di chi non ha accettato il silenzio, ha invece accettato la sfida del sudore sui libri. Perché qui il cambio generazionale non si trasmette per merito, ma per eredità. Come se il Paese fosse un testamento da spartire tra figli, nipoti e amici degli amici.
A chi sta ancora aggrappato a poltrone logore, diciamo solo questo: avete fatto il vostro tempo. Godetevi la pensione, i nipotini, la famiglia. Ma fatevi da parte. Non ostacolate chi ha il diritto e la forza di ricostruire ciò che voi avete lasciato marcire.
E smettetela di fingere di credere nei giovani mentre nei fatti li schiacciate. A una certa età, sarebbe dignitoso almeno non mentire più nemmeno a se stessi.
Ignazio Genna