Seduta in macchina, lato guidatore, ma al sicuro in sosta nello spiazzale di un parcheggio, Amanda guarda in camera. Il video che sta girando finirà su TikTok. «So today I’m in Castelvetrano» dice con un forte accento americano, oggi sono a Castelvetrano, che diventa Castelvetrono nei sottotitoli automatici del video, in una storpiatura inavvertitamente comica che si ripeterà.
Oggi Amanda è a Castelvetrano e ci mostrerà com’è fare shopping in Sicilia. «Mi trovo in un’area commerciale lunga circa un miglio», spiega al suo pubblico, «che ospita quattro alimentari, un piccolo mall, due negozi di ferramenta, due negozi di animali, un McDonald’s, diversi ristoranti, un paio di general stores…». Ogni volta che cita un’attività commerciale di via Caduti di Nassiriya, la sua voce si alza di un tono, si carica di entusiasmo; elenca le attrazioni di un parco divertimenti.
Facciamo un passo indietro. Ho sedici anni, è il 2007, e con le mie compagne abbiamo tagliato a scuola, insomma ci siamo assentate senza permesso. Stiamo correndo verso il nuovo centro commerciale appena inaugurato, il Belicittà, per farci le foto con una Samsung compatta di dieci megapixel sulle scale d’emergenza dell’edificio nuovissimo. È la nuova attrazione del nostro parco divertimenti. In questa parte di Sicilia, che negli anni duemila i mall – appunto i centri commerciali – li conosceva per sentito dire, li aveva visti nei telefilm americani su Italia Uno nel primo pomeriggio. A sedici anni questo è il sogno americano, che si è già concretizzato di un pezzetto e che si farà piena realtà nel 2010, all’apertura del primo McDonald’s della provincia di Trapani. Ironicamente, non lo frequenteremo mai tutte insieme; è arrivato a sogno già svanito.
Su TikTok, Amanda Dunbar (abc_u_in_italy) racconta di Castelvetrano,e di tutta la Valle del Belice, con stupore. Uno stupore che si vede negli occhi come una lucina, una ormai spenta nello sguardo di chi qui ci è nato e cresciuto, per ragioni (ovvie?) che discuteremo dopo en passant. Ma è uno stupore che coinvolge i suoi utenti, i suoi followers, statunitensi pure loro, che nei commenti chiedono tutto e il contrario di tutto sulla vita in Sicilia. Mentre Amanda parla dell’«italian lido», cioè dei nostri stabilimenti balneari, dalle spiagge di Castellammare del Golfo, o dei cani randagi che «eat like kings», mangiano come i re, per le strade di Salemi (nei sottotitoli automatici, trascrizione di una pronuncia anglofona, si leggerà Salami).
È qui, a Salemi o Salami, che Amanda vive da poco più di un anno. In una via nemmeno troppo centrale di questa piccola cittadina, o di questo borgo, per usare un’etichetta che piace al marketing territoriale e di cui Salemi ha saputo fare buon uso. Del resto Amanda è finita in provincia di Trapani proprio per merito di una strategia di marketing. «Ho sentito parlare di Salemi attraverso un gruppo Facebook che pubblicizzava le case a un euro», mi racconta. Negli ultimi quindici anni ha girato il mondo in lungo e in largo; da dodici anni almeno non vive più negli Stati Uniti. Ma l’Italia, per Amanda, è un grande amore. «Sono venuta in Italia almeno una cinquantina di volte, ma è soltanto dopo il Covid che ho deciso di inseguire il mio sogno e farla diventare casa mia». Il suo obiettivo è il sud Italia, per ragioni economiche per lo più. Cerca qualcosa in Puglia, che può offrirle uno stile di vita soddisfacente anche con un budget limitato. Poi scopre Salemi. «Sarò onesta, quando sono arrivata a Salemi per la prima volta, a Marzo 2023, erano le tre del pomeriggio di una giornata piovosa, e il paese era grigio, cupo. E ho pensato: perché qualcuno dovrebbe volersi trasferire qui?».
Nel 2024, secondo Istat,la Sicilia ha perso 200mila abitanti tra partenze e decessi. Quella stessa domanda («Perché qualcuno dovrebbe volersi trasferire qui?») chiesta a un local, a un autoctono, ci restituirebbe una risposta demoralizzata, e demoralizzante. Eppure quei dati Istat ci raccontano anche un’altra storia. Perché, mentre 110mila siciliani si sono trasferiti altrove, circa 111mila stranieri hanno preso casa qui. Insomma, il bilancio è positivo. La vita in Sicilia ha le sue attrattive – ma bisogna chiedersi quali. «Per quanto riguarda me» spiega Amanda, «non vivo le stesse difficoltà che molti residenti del posto affrontano o hanno dovuto affrontare». Amanda, per esempio, non è qui per cercare lavoro. «Ho un reddito passivo da certi beni immobili e altre entrate dai miei progetti digitali». Un reddito – è facile immaginarlo – ben più alto dei 14mila euro annui che percepiscono, in media, i lavoratori dipendenti della provincia. Così, quando su Tiktok racconta di come sia riuscita a comprare (e a ristrutturare) casa con 60mila dollari, descrive uno scenario difficile da replicare per un residente, specie se giovane, che per quella stessa cifra dovrebbe accendere un mutuo.
È in questo divario che si perde lo stupore, che invece Amanda e i suoi 118mila follower alimentano quotidianamente. Per gli expat trasferitisi in Sicilia, Salemi è il paese delle opportunità. È «l’occasione per abbandonare la corsa dietro al successo e riscoprire una vita più semplice e più sana». Un pensiero che condivide con la comunità straniera salemitana, un «melting pot di persone che arrivano dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dalla Svezia, Russia, Australia, dal Venezuela, dal Cile» e che si mescolano con gli abitanti locali, alla ricerca di quella vita autentica locale che resta però, in fin dei conti, l’immagine di una vita autentica, una fantasia rassicurante.
Come la fantasia che propone “Nanna Vita”, titolare di un home restaurant a Salemi. La visita al ristorante domestico di “Nanna Vita” rientra nel percorso esperienziale Living like a local (“Vivere come un abitante del posto”) che si tiene ciclicamente nel territorio della Valle del Belice e coinvolge turisti e comunità internazionale. Nanna Vita accoglie i suoi ospiti suonando il tammureddu, mentre espone, in una delle stanze di casa, un altare di San Giuseppe permanente, con i pani arzigogolati come da “tradizione”. «Bringing the GodFather vibes» è il commento di un certo americanissimo James su TikTok («Atmosfere da Il Padrino», in italiano) e – curiosamente, ma non troppo – ci ricorda che, in fondo, si torna sempre lì. Il sogno italiano degli americani, al pari del sogno americano degli italiani, è una costellazione di piccoli stereotipi rassicuranti di cui chi è ancora incastrato nella «rat race» di cui mi parla Amanda, ovvero la corsa sfrenata verso il successo, ha enorme bisogno – come ne avevo bisogno io, a sedici anni, correndo verso il nuovo mall castelvetranese e illudendomi che fosse uno spiraglio, una finestra, verso una vita diversa dalla monotonia di provincia.
Intanto la comunità di expat salemitana si allarga. E cerca casa. Oggi gli immobili in vendita a Salemi sono circa una quarantina, secondo un range di prezzo dai 30mila agli oltre 100mila euro per immobile. Sono i prezzi più bassi della provincia di Trapani, la cui media – secondo l’Osservatorio di Immobiliare.it – è di 1143 euro al metro quadro, in aumento dello 0.53% rispetto a dodici mesi fa. Un aumento che, dal 2021, segue un andamento costante, forse proprio sulla spinta dei nuovi acquirenti stranieri. La compravendita di beni immobili, insomma, comincia a essere un’opportunità di business interessante da queste parti. E lo è anche per Amanda, che infatti dedica gran parte dei suoi contenuti social alla promozione delle case in vendita. «Capita spesso che io dia una mano a mostrare case a chi potrebbe diventare il mio prossimo vicino». Così – spiega – restituisce qualcosa di utile alla comunità salemitana che l’ha accolta. È un servizio che funziona, a giudicare dal riscontro che ne trae sui social. E che si allinea agli obiettivi della città di Salemi.
Basta questo a far rivivere un territorio che vivo lo è stato, ma si ritrova oggi svuotato dall’emigrazione? No. Ma di certo è un piccolo mattone. Che, pur posando su una narrazione limitante (che ci costringe a sfoggiare tammureddi e altarini), contribuisce a rimettere in piedi quanto si è finora sgretolato. Ma tocca sempre a noi – a un noi che è identitario, sì, ma capace di arricchirsi – fare il resto. Per costruirci un futuro concreto, che vada oltre il sogno.
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