In nome del decoro urbano, si rischia la frittata. È approdato nelle commissioni consiliari di Marsala il regolamento "Movida" redatto dalla giunta, il cui scopo è di fare ordine nella vita notturna cittadina e ridare anche contegno civico. Per tale ragione sono stati auditi nelle commissioni Affari Generali e Attività Produttive e Sviluppo Economico - Industria - Pesca - Agricoltura - Artigianato - Suap, il segretario generale Giacalone, l'assessore al turismo e Suap Agate, e alla sicurezza e Polizia Municipale, Ingardia.
Sono state attenzionate particolarmente le attività del centro storico, ed emersa anche la volontà di limitare nella via XI maggio le concessioni per l'apertura di negozi dediti alla vendita alimentare e anche quelli di gadget, perché diventano luoghi dove la merce viene esposta, invadendo la strada. Il riferimento è principalmente agli esercenti stranieri. Da un sopralluogo effettuato sul "cassero" ho contato tre negozi di gadget che effettivamente espongono fuori dalle mura la merce, tre dentro, uno solo di alimentari che teneva regolarmente nell'esercizio i prodotti.
Tutti collocati in via XI maggio, ingresso da p.zza Matteotti e fino a p.zza della Repubblica su un totale di 50 unità, tra le quali un distributore automatico di bevande, anch'esso monitorato per evitare la vendita di alcolici ai minori. Superata la "loggia' e fino a p.zza della Vittoria insistono altri 40/42 locali, nessuno gestito da forestieri. Ma in città si percepisce un'invasione di queste attività, quando i numeri parlano d'altro.
Poi non si deve dimenticare che l'articolo 41 della costituzione al comma uno sancisce che "l'iniziativa economica privata è libera, a condizioni che non rechi danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.
Eppoi queste persone portano benessere ai proprietari dei locali, che sono italiani. Le rimostranze da fare, ma con elementi importanti è quello della sostenibilità finanziaria dei business. Come riportato sono i tre locali da richiamare all'ordine e si deve agire anche energicamente a tal proposito. Perché non è con il proibizionismo che si ridà decoro all'urbe, ma si rischia la frittata della discriminazione.
Vittorio Alfieri