L’otto agosto è stato approvato il piano di Netanyahu, che comporta l’occupazione di Gaza City. Il benestare è arrivato dal gabinetto di sicurezza israeliano dopo una riunione andata avanti per più di dieci ore. Cinque i principi per concludere la guerra: il disarmo di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il suo controllo effettuato dalla sicurezza israeliana, l’istituzione di un’amministrazione civile araba alternativa, che non sia né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
Israele afferma di controllare attualmente il 75% della Striscia, mentre l’IDF ha in gran parte evitato di entrare nel restante 25% — che comprende principalmente la città di Gaza e i campi profughi nella parte centrale di Gaza — poiché ritiene che la maggior parte degli ostaggi sia tenuta prigioniera in quella zona. L’intervento, per le forze di difesa israeliane, metterebbe a rischio la vita degli stessi prigionieri rimasti, oltre a poter scatenare un disastro umanitario.
In quel fazzoletto di terra abitano 800mila anime e, per il diritto internazionale, vanno protetti facendo distinzione da coloro che combattono, cioè l’organizzazione terrorista. Giova rammentare che la Palestina non ha un esercito regolare.
Una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro israeliano afferma che quanto approvato "a maggioranza" prevede la garanzia di "assistenza umanitaria per la popolazione civile fuori dalle zone di combattimento" nell’enclave palestinese, per porre fine alla guerra che va avanti da 22 mesi, dall’attacco in Israele.
Stando alle notizie, gli abitanti dell’area saranno costretti al trasferimento in campi per sfollati nel centro di Gaza entro l’inizio di ottobre.
Fonti della Casa Bianca riportano di una telefonata di Trump durante la quale ha accusato e litigato con Netanyahu per aver ridotto alla fame il popolo palestinese, soprattutto i bambini. Ovviamente Benjamin ha negato.
L’intenzione conferma il progetto del 2006, ultimo anno nel quale si sono tenute le elezioni: lasciare la Striscia a Hamas per delegittimare l’ANP, per poi annettersi tutta la Cisgiordania dopo averla occupata nel 1967. Hamas aveva vinto le elezioni 20 anni fa anche per protestare contro l’ANP, colpevole di molti episodi di corruzione. Le conseguenze dell’abbandono della Striscia al controllo di Hamas hanno prodotto il 7 ottobre 2023.
Vittorio Alfieri