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15/08/2025 19:00:00

Emergenza idrica in Sicilia: dighe inutilizzate e sprechi, ecco l’appello di Legacoop

 In Sicilia l’acqua continua a mancare, ma non per scarsità di invasi: dighe non collaudate o mai entrate in funzione, infrastrutture fatiscenti, acqua dolce riversata in mare. È il quadro drammatico denunciato da Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia, e da Domenico Pistone, responsabile di Legacoop Sicilia Agroalimentare e Pesca, che parlano di “situazione ormai insostenibile” aggravata dall’emergenza climatica e dall’aumento del fabbisogno agricolo.

 

A confermare le preoccupazioni arriva il referto preliminare della Corte dei Conti sulla gestione dell’emergenza idrica in Sicilia, che verrà discusso in contraddittorio entro settembre. La sezione di controllo per la Regione Siciliana ha evidenziato “criticità strutturali e gestionali diffuse” e ritardi cronici. Su 45 grandi invasi, solo 18 risultano pienamente operativi; 20 subiscono limitazioni – metà per mancato collaudo e metà per motivi di sicurezza – mentre 7 sono fuori uso o ancora in costruzione.

Il risultato è che una parte significativa della capacità teorica di stoccaggio, stimata in 1,1 miliardi di metri cubi, resta inutilizzabile: la disponibilità reale si ferma al 67%. La Corte denuncia inoltre assenza di manutenzione, accumulo di sedimenti che riducono i volumi utili, inefficienza gestionale, alta morosità, perdite nella distribuzione, frammentazione istituzionale e scarsa trasparenza nei processi decisionali.

 

“Questi dati – sottolineano Parrino e Pistone – confermano quello che denunciamo da tempo: uno spreco intollerabile di una risorsa vitale e l’incapacità di sfruttare le infrastrutture già esistenti. Manca una strategia organica che metta al centro il bene comune e il futuro sostenibile.”

Legacoop chiede interventi urgenti e sistemici:

 Piano straordinario di manutenzione e pulizia degli invasi, per ripristinare capacità e sicurezza;

  • Riforma della governance idrica, con separazione netta tra concedente e gestore e maggiore coordinamento tra enti;
  • Riduzione delle perdite e della morosità, investendo su adduzione e distribuzione;
  • Politiche integrate di tutela ambientale, agricoltura sostenibile e adattamento climatico, a partire dal riuso delle acque reflue e dall’adozione di tecnologie per il risparmio idrico;
  • Massima trasparenza e responsabilità nella gestione, anche alla luce del confronto con la Corte dei Conti.

“Non è più possibile restare immobili – concludono –. L’acqua è vita, lavoro, sopravvivenza per i nostri territori. Serve coraggio politico, coesione sociale e impegno reale.”