Non si fermano le preoccupazioni di residenti e associazioni ambientaliste per la realizzazione della rete fognaria di Triscina. Si tratta della frazione di Castelvetrano dove nel 2018 iniziarono le demolizioni delle case a meno di 150 metri dal mare costruite dopo il 1976, così come previsto dalla legge. Oggi però il dibattito, visto che gli abbattimenti sono fermi da anni, riguarda i lavori di posa delle tubature e delle vasche di raccolta che dovrebbero, attraverso delle elettropompe, spingere i liquami ad una linea di collettamento verso il depuratore cittadino opportunamente ampliato.
I lavori, sospesi per la pausa estiva, riprenderanno a breve, ma l’associazione nazionale Codici Ambiente si è unita a coloro che chiedono la sospensione immediata e una revisione approfondita dell’opera, paventando un “gravissimo e irreversibile inquinamento”.
In una nota inviata al governo nazionale, a quello regionale e all’amministrazione comunale, Codici ha messo l’accento sulla preoccupazione del notevole impatto ambientale dell’opera sul territorio e sul timore che il progetto, approvato nel lontano 2016, sia basato su conoscenze tecniche non aggiornate.
In particolare, l’associazione ritiene che la collocazione delle vasche sotto la spiaggia sia anomala e che non siano state valutate “altre soluzioni tecniche più idonee e sicure sotto il profilo igienico-sanitario, ambientale e della tutela della salute”. Il timore è che, a causa di guasti alle pompe, di mareggiate che potrebbero coprire le vasche, o di altri eventi naturali, i reflui possano fuoriuscire inquinando il litorale. Nel maggio scorso, Codici aveva chiesto agli enti preposti chiarimenti e documentazioni sulle autorizzazioni necessarie, ma non ha ancora ricevuto risposta. E’ per questo che, in misura precauzionale, oggi chiede che “vengano sospesi i lavori e che un collegio di esperti accerti che l’opera sia realizzata secondo i dati scientifici e le migliori tecniche oggi disponibili, apportando modifiche e integrazioni per renderla più sicura e con un minore impatto ambientale”.
Lo stop dei lavori era stato chiesto anche da Legambiente, mentre una petizione on line dal titolo “Triscina si ribella: questo progetto è una bomba ecologica” ha superato le 1.200 firme. Invece Italia Nostra aveva sollevato l’ulteriore anomalia della condotta sotterranea: nonostante l’Assessorato Regionale all’Ambiente e la Soprintendenza di Trapani avessero prescritto che questa dovesse essere realizzata “quanto più prossima alle abitazioni esistenti”, gli scavi non sarebbero stati fatti “all’interno delle proprietà private, ma in pieno demanio marittimo”, senza che sul sito dell’Assessorato sia stato rinvenuto il “preliminare provvedimento di consegna delle aree richiesto dal Codice della Navigazione”.
Spesso è stato ribadito come le richieste di stop non siano legate al rifiuto della rete fognaria in sé, ma alla possibilità di trovare un’alternativa all’installazione delle vasche di raccolta sotto la spiaggia. Intanto l’opera, resa urgente dalle aspre sanzioni della Corte Europea per la mancanza di un sistema di depurazione, è stata finanziata dall’Unione Europea con un costo di circa 13 milioni di euro. E in più occasioni il sindaco di Castelvetrano, Giovanni Lentini, ha ribadito che i lavori, aggiudicati e diretti dal Commissario Straordinario, stanno rispettando i tempi contrattuali e le prescrizioni ambientali, che l’amministrazione comunale monitorerebbe costantemente. “Un intervento fondamentale per ridurre l’inquinamento del terreno e delle falde acquifere – ha affermato - provocato in passato dagli scarichi domestici non regolamentati”.
Il riferimento è ai pozzi a dispersione che per decenni hanno inquinato le falde e il mare di Triscina, in un contesto estremamente complesso, con le case sorte prima delle opere di urbanizzazione, molte quasi sulla spiaggia, e il delicato sistema dunale a ridosso delle abitazioni fronte mare.
Oggi, da un lato c’è l’urgenza di sanare una situazione di inquinamento decennale e conformarsi alle direttive europee, dall’altro la necessità di proteggere un ambiente fragile e prezioso, evitando che la soluzione diventi un nuovo, potenziale, problema ecologico.
In ogni caso, appare legittimo pretendere che la nuova fognatura debba essere realizzata con la massima attenzione e le migliori tecniche disponibili. Non tanto per difendere un paesaggio incontaminato, ma per tutelare un ambiente già provato.
Egidio Morici