Trapani non è solo una terra di mare e turismo, ma anche un laboratorio di emergenze quotidiane che mettono alla prova la tenuta sociale e istituzionale. Il procuratore Gabriele Paci, nell’intervista a Tp24 (qui la prima parte), individua tre fronti caldi: gli incendi che devastano la provincia, la diffusione incontrollata della droga e i reati di violenza di genere che rischiano di intasare gli uffici giudiziari.
La nuova task force sugli incendi
L’estate siciliana è ormai sinonimo di fiamme. “Nel nostro territorio – spiega Paci – basta un accendino e un po’ di vento per provocare danni enormi. Tre quarti delle campagne sono abbandonate, piene di erba secca. E quando arriva lo scirocco, il fuoco corre per chilometri”.
La novità è che la Procura ha deciso di cambiare approccio, costruendo una vera e propria cultura dell’indagine sugli incendi. “In passato ci si limitava a spegnere il fuoco e mettere in sicurezza. Oggi, grazie a telecamere, droni e immagini satellitari, siamo riusciti a identificare diversi responsabili. Vogliamo che chi non mantiene i propri terreni ne risponda: anche l’incuria diventa concorso in incendio colposo”.
Il progetto è la creazione di una task force investigativa: pochi magistrati, ma con il supporto delle forze dell’ordine e della tecnologia. “Non basta più l’emergenza – dice Paci – bisogna capire chi appicca e chi lascia che il fuoco si propaghi”.
La cocaina a 10 euro al grammo
Accanto alle fiamme, c’è un altro fronte che brucia: la droga. “La cocaina non costa più niente – spiega Paci –. Un grammo si compra a dieci euro. Una volta era la droga dei ricchi, oggi è alla portata di tutti. Trapani è invasa dalla cocaina”.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: aggressioni improvvise, risse che degenerano, violenza gratuita. “Un tempo certe liti finivano a schiaffi – racconta –. Oggi basta una precedenza mancata e ti ritrovi uno che scende con il cric. È la droga che toglie ogni freno”.
Le indagini confermano il fenomeno: sequestri di chili di cocaina e hashish arrivano anche dalle isole, trasportati con le barche. “La diffusione è capillare – aggiunge il procuratore – e produce un’escalation di violenza che la società non riesce più a controllare”.
Codice Rosso: tra urgenza e ingolfamento
C’è poi la piaga della violenza di genere. Il cosiddetto “Codice Rosso” impone ai magistrati tempi strettissimi: la vittima deve essere ascoltata entro tre giorni. Un obbligo che nasce per evitare nuove tragedie, ma che rischia di trasformarsi in un ingranaggio ingestibile.
“A Trapani i casi sono tantissimi – spiega Paci – e non riguardano un solo ceto sociale: il fenomeno è trasversale. Ma se tutto diventa urgente, nulla lo è davvero. La macchina si ingolfa e diventa difficile distinguere i casi più gravi da quelli legati a conflitti familiari che poi si ricompongono”.
Il risultato è che l’intero sistema si trova sotto pressione, con il rischio di non dare risposte adeguate né alle vittime né agli imputati.
Una provincia sotto stress
Incendi, droga e violenza di genere: tre emergenze diverse ma collegate da un filo comune, la fragilità del sistema. “Quando il reato è stato commesso, abbiamo già fallito – ricorda Paci –. La sfida vera è la prevenzione, ma servono uomini, mezzi e risorse. Altrimenti Trapani rischia di diventare un territorio dove lo Stato rincorre sempre, senza mai arrivare prima”. Come con la criminalità organizzata, di cui Paci è grande esperto, e domani, racconterà come si sta trasformando in provincia di Trapani.