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06/09/2025 20:00:00

Marsala: tre anni per il regolamento delle onorificenze civiche e la città cade a pezzi

Quasi senza parole.  In attesa dei famigerati programmi per le amministrative di Marsala 2026 — neanche fossero geroglifici egizi, per cui occorrerebbe la stele di Rosetta per decifrarli — è ripresa, dopo la pausa estiva, l'attività delle due istituzioni più politiche della città: giunta, consiglio comunale e le sue otto commissioni.

Venerdì si è svolta la prima commissione, che tratta di: Affari generali e istituzionali – Personale – Politiche comunitarie – Società partecipate.
 

Ovviamente, l'inizio dei lavori non poteva mancare del canonico ritardo: contenuto, per una volta, a soli 13 minuti. Ma ciò che è parso davvero surreale è stato l’argomento all’ordine del giorno. Si è discusso — e ribadito da alcuni componenti — di un tema che da quasi tre anni continua a riaffacciarsi: il “regolamento per la concessione delle civiche onorificenze”.

Non è una boutade. Dopo 30/32 mesi, un’altra convocazione per decidere come disciplinare la concessione delle benemerenze, ma soprattutto per stabilire a chi spetti il merito dell’iniziativa: alla Sala delle Lapidi o all’Esecutivo.
Eppure lo statuto del Comune, all’articolo 9 sulle competenze del Consiglio Comunale, comma 2, stabilisce chiaramente: “In particolare, il Consiglio delibera limitatamente ai seguenti atti fondamentali: alla lettera a) lo Statuto del Comune e delle aziende speciali, i regolamenti, l’ordinamento degli uffici e dei servizi.”
 

A ricordarlo è stato il consigliere Cavasino, durante una pausa dedicata alla ricerca dell’atto. Risultato: altri 45 minuti persi. Quasi tre anni, quando sarebbero bastate quattro ore di impegno per chiudere la questione. Un dibattito sul vuoto cosmico, insomma.

 

E non è finita: il regolamento deve ancora essere approvato dall’assise civica.
Nel frattempo, la città resta più che sporca, con un’illuminazione carente, marciapiedi e strade dissestati, rotture idriche strutturali.
Eppure, si annunciano 17 progetti “valutati positivamente”.

 

Ma “l’estate sta finendo” e il piano del solarium urbano resta una chimera. Sinceramente, senza infingimenti: la città non lo merita. O forse sì. Del resto, li avete scelti voi.

 

Vittorio Alfieri