Trapani, Antonini in piazza con Barbara e la suocera. Ma la folla è meno della metà
Il giorno della grande prova di forza si è rivelato un mezzo boomerang. Valerio Antonini, patron di Trapani Calcio e Trapani Shark, aveva fissato la soglia del successo a cinquemila persone in piazza. Alla fine, secondo la questura, erano poco più di 1.200. Telesud – la sua stessa emittente – ne ha contati duemila. In ogni caso, ben lontani dalle grandi piazze del passato: le chiusure di campagna elettorale di Maurizio Miceli e Giacomo Tranchida o, andando più indietro, la protesta spontanea del comitato No Tares ai tempi del sindaco Vito Damiano, nel 2013.
Eppure Antonini ha trasformato lo stesso la manifestazione in uno show personale. La piazza di Trapani, sotto il Municipio, ha urlato slogan (“Dimettiti!”, “Distruggili presidente!”), tra applausi, curiosi e militanti di Futuro, il partito guidato dall’imprenditore romano insieme con la suocera Antonella Granello.
Il colpo di scena: Barbara sul palco
La sorpresa più grande è stata l’arrivo dell’ex assessore allo sport Emanuele Barbara, dimessosi poche settimane fa, che ha preso la parola accanto ad Antonini: “Non era previsto questo intervento – ha detto – ma è giusto scusarsi per aver staccato la spina troppo tardi. L’amministrazione è ferma. Da mesi l’unico obiettivo era distruggere Antonini. Mi sono dimesso perché Trapani viene prima della mia indennità. Giacomo, stacca la spina”.
Antonini ha cavalcato l’onda: “Ho pubblicato un audio in cui Barbara veniva costretto a mentire. Ha avuto la dignità di riconoscere che la strada giusta non era quella di Tranchida. Sono felice che oggi sia con noi”.
Granello: dal “megafono” al monologo familiare
Toni accesi anche da Antonella Granello, segretaria di Futuro, che ha parlato di “cittadinanza onoraria dalla piazza” e promesso battaglia fino alle dimissioni del sindaco. Ma il vero show è arrivato quando si è presentata non solo come leader politico, ma come suocera del patron: “Per chi non mi conosce io sono la mamma di Ambra, la donna che ha portato quest’uomo qua a Trapani. Faccio questa premessa per far capire il mio DNA. I miei genitori sono partiti per la Svizzera e lì stavano benissimo. Ma il futuro che volevano per me era qua a Trapani. Valerio non ha bisogno economicamente di nulla, brillante da Miami decide di venire a Trapani e lo fa perché sa che qui abbiamo un patrimonio. Nessuno si può permettere di ferire quest’uomo. Se un uomo che veste Louis Vuitton decide di venire a Trapani a fare la lotta per i diritti di cittadinanza, siete messi veramente male”.
Parole che hanno scatenato applausi e qualche sorriso ironico tra i presenti, segno della doppia cifra stilistica di Futuro: un partito a metà tra movimento politico e affare di famiglia.
La piazza variegata
In piazza c’era un cartello eterogeneo: Nino Perria e il suo movimento Stop, il Psi con l’endorsement di Nino Oddo, pezzi dell’opposizione consiliare, un po' di Fratelli d’Italia , il comitato “Trapani-Erice una città” e gli ultras della curva. Poi curiosi, cittadini dei comuni vicini, militanti contattati direttamente da Granello e l'unico consigliere Tore Fileccia, e i “duri e puri” convinti dalle dirette social. Presenti anche i consiglieri Emanuele Barbara e Peppe Guaiana: da soli, i voti di preferenza raccolti da Guaiana superano il numero di manifestanti stimati in piazza...
Cannibalizzata l’opposizione
Alla fine, la manifestazione ha avuto un effetto chiaro: Antonini ha cannibalizzato l’opposizione politica e partitica, riducendola a comprimaria dentro un evento che parlava solo di lui. E se il suo obiettivo era misurarsi sulla soglia dei 5.000, i numeri di ieri raccontano una piazza più piccola, più variegata, ma soprattutto un’opposizione già inghiottita.
Trapani, insomma, continua a essere spettatrice di una guerra personale trasformata in politica di piazza, con toni sempre più accesi e con lo sport – il Palashark e la convenzione contestata – come pretesto per una sfida che riguarda il potere in città.
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