Trapani, tutti contro tutti: denunce e accuse. Tranchida: “Non si fa fuori un sindaco a richiesta”
Una guerra di denunce. È questo il clima che si respira in città dopo le rivelazioni dell’ex assessore Emanuele Barbara, le accuse di presunti brogli elettorali, le richieste di dimissioni e le risposte del sindaco Tranchida. Ognuno denuncia l’altro: Barbara va dagli inquirenti, l’opposizione invoca lo scioglimento del Comune, Tranchida trasmette gli atti alla magistratura. Il fronte si è allargato con la nota corale della Giunta: “Il sindaco non è solo. Siamo con lui, al suo fianco, con il sostegno più convinto. Gli riconosciamo dedizione, legalità e trasparenza e difendiamo la sua piena legittimità democratica, espressione della volontà dei trapanesi”. Gli assessori spiegano di avere scelto finora il silenzio “per sobrietà e rispetto delle istituzioni”, ma denunciano un “clima di odio e sospetto, estraneo a un autentico confronto democratico”. Il riferimento è diretto alle dichiarazioni di Barbara, che ha parlato di “movimenti strani” e di “fogli scritti e riscritti a penna” all’interno dell’ufficio elettorale la notte del 29 maggio 2023. Una ricostruzione che, pur senza mai usare la parola “brogli”, ha riaperto vecchie ferite e offerto terreno alle opposizioni. Il movimento Futuro di Valerio Antonini ha chiesto le dimissioni del sindaco, subito seguito da Maurizio Miceli, consigliere di Fratelli d’Italia, che non ha esitato: “Hanno vinto grazie al loro sistema di potere e forse anche con i brogli. Chiediamo lo scioglimento del Comune”. Il primo cittadino ribatte con fermezza: “Barbara dice che non ha mai parlato di brogli. Ha fatto delle memorie, il magistrato che presiedeva la sezione gliele ha rigettate. Poi c’è stato un ricorso al Tar, che ha sancito che non è così. Continuare a parlare di brogli può al massimo aprire un’indagine, ma se davvero ci fossero stati e se il mandante fosse stato il sindaco, allora sì che ci sarebbe un reato. Altrimenti è solo sospetto”.
E soprattutto richiama tutti al rispetto delle regole: “Non mi si può rimuovere se non con gli strumenti di legge. C’è la mozione di sfiducia, che a Trapani richiede 15 consiglieri su 24. Oppure ci sono fatti gravi e concreti, ma non ci sono. Un sindaco non lo si manda via a richiesta, a domanda di parte. La democrazia si fonda sulle leggi costituzionali, non sugli interessi privati o su contrapposizioni politiche”. Infine, la denuncia che capovolge lo scenario: “Essendo io un ufficiale di governo, nel momento in cui apprendo di possibili notizie di reato mi rivolgo all’autorità giudiziaria. Ho già trasmesso agli uffici competenti questo cortile politico-mediatico che riguarda l’argomento”. Trapani si ritrova così in un braccio di ferro permanente, in cui tutti denunciano tutti. E in mezzo resta la domanda del sindaco: “Io rappresento un ostacolo. A chi, a che cosa?”
TESTO INTEGRALE LETTERA DEGLI ASSESSORI GIUNTA TRANCHIDA DI TRAPANI
"Trapani è la città che chiamiamo casa: la casa di tutti noi, dei cittadini e delle cittadine che ogni giorno la vivono, la fanno crescere e la amano. È a loro che dobbiamo rispetto, trasparenza e impegno.
Per questo dopo giorni di accuse e insinuazioni gravi sentiamo il dovere di rompere il silenzio. Un silenzio mantenuto per senso di sobrietà e per rispetto dell’istituzione che rappresentiamo, ma che non può più continuare di fronte a un clima di odio e sospetto, estraneo a un autentico confronto democratico.
Ed è per questo che oggi lo diciamo con chiarezza: il Sindaco non è solo. Siamo con lui, al suo fianco, con il sostegno più convinto. Gli riconosciamo dedizione, legalità e trasparenza e difendiamo la sua piena legittimità democratica, espressione della volontà dei trapanesi. A lui rinnoviamo la nostra solidarietà più profonda e la nostra piena fiducia.
Riteniamo inaccettabile che, da settimane, vengano mosse illazioni e offese personali – comprese le dichiarazioni su presunte irregolarità nello spoglio delle ultime elezioni – e che si alimenti un clima di sospetto e delazione.
Far circolare voci o ventilare situazioni personali non ci spaventa, ma non appartiene alla cultura politica che vogliamo per Trapani. La nostra città non merita un clima di odio e sospetti: ha bisogno di confronto civile, fondato su idee, progetti e soluzioni concrete.
Siamo consapevoli delle difficoltà che i cittadini affrontano ogni giorno e sappiamo che è necessario uno sforzo amministrativo straordinario. Affrontare queste sfide richiede non solo impegno ma anche un dibattito politico maturo e rispettoso.
Pertanto resteremo aperti al dialogo, ma a una condizione chiara: che si parli di Trapani e delle sue esigenze, senza offese personali né insinuazioni.
Trapani ha bisogno di serenità e di progetti concreti, non di campagne diffamatorie o tentativi di delegittimare le istituzioni. I cittadini ci hanno dato fiducia e noi continueremo a lavorare con responsabilità, nel rispetto delle regole e con un programma chiaro per il futuro, accanto al Sindaco democraticamente eletto e nell’esclusivo interesse della comunità trapanese e della crescita della città.
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