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16/09/2025 06:00:00

Defr in Aula: la Sicilia cresce, ma restano ombre sui fondi PNRR

Oggi, 16 settembre, in ARS si incardinerà il Defr, Documento di economia e finanza regionale per gli anni 2026-2028, che è stato approvato a fine giugno dalla giunta regionale guidata dal governatore Renato Schifani.


L’assessore Alessandro Dagnino è partito, per l’elaborazione del documento, dai dati dello Svimez e da quelli di Bankitalia, che hanno certificato la crescita dell’Isola.  E poi ci sono i numeri del Pil: negli ultimi tre anni la Sicilia ha avuto una crescita del Pil pari al +3,5%, superiore rispetto al +2,8% del Mezzogiorno e al +2% dell’Italia. Per la Sicilia ed il Mezzogiorno, si legge tra le righe “le previsioni 2025 indicano una crescita del Pil in volume dello 0,5% (0,6% secondo le stime Svimez), in ribasso rispetto a quanto previsto nella NaDefr di novembre 2024 (+ 0,9%) e pressoché allineata a quella riportata, per l’intero paese, nel Documento di Finanza Pubblica (+0,6%). Se vengono confermate le stime sull’andamento del Pil degli ultimi due anni, la crescita cumulata nel quinquennio 2021-2025 della Sicilia risulterebbe pari a +20,2%, ben superiore a quella delle circoscrizioni di riferimento che si fermano a +17,1% per il Mezzogiorno e a +15,8% per l’Italia“. Per quanto riguarda il disavanzo della Regione, è passato dagli oltre 7 miliardi del 2018 ai 900 milioni del 2023, anno in cui si sono recuperati oltre 3,1 miliardi.

 

Il Defr
L’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino ha stilato una serie di misure, anche  politiche, da adottare nel triennio per rilanciare l’economia siciliana.
Ha spiegato l’assessore che si tratta di interventi che prevedono Una politica estensiva, di aumento della spesa pubblica e di non delle entrate tributarie. Grazie ad un aumento della spesa pubblica crediamo di poter avere un effetto moltiplicatore della spesa che ci consentirà, attraverso alcune politiche mirate, di realizzare questa performance migliorativa rispetto alla traiettoria di finanza pubblica corrente, quindi quella che si realizzerebbe senza l’intervento del governo. Puntiamo all’aumento del Pil per effetto dell’aumento degli investimenti privati, che vengono stimolati dal governo, dal pubblico, tramite gli investimenti diretti e le risorse che ci procuriamo per effetto delle entrate fiscali”.
Sì al potenziamento degli interventi di investimento nel settore privato, rafforzando il ruolo dell’Irfis: “Abbiamo già realizzato la task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti.  Stiamo cercando di consolidare le imprese tramite la misura introdotta nell’Irfis per l’aggregazione, quindi cercare di aggregare le imprese per farle diventare più grandi, dunque maggiormente resistenti e capaci di investire sul mercato. Abbiamo già presentato il disegno di legge, che è in Parlamento, sulla Super Zes, anche quella volta ad aumentare gli investimenti nel settore privato. Abbiamo previsto ed è già legge, che l’Irfis dovrebbe proporre anche come mentore per astrarre le imprese per anche nel settore del private equity. Abbiamo anche approvato la misura per stimolare i consumi di beni durevoli, un intervento lato domanda che però indirettamente incide anche sull’offerta. Quindi potrebbero aumentare i consumi delle famiglie, specie sui beni durevoli, ma aumenterà anche la capacità delle imprese di vendere questi beni durevoli alle famiglie grazie all’incentivo regionale“.

 

Smart working: accelerazione 
Il presidente Schifani lo aveva già anticipato, non si tratta solo di una idea ma di un lavoro che è stato messo in atto. L’assessore Dagnino ha condiviso la prospettiva: “Già un lavoro e una programmazione che va avanti da mesi. “E’ il frutto di un ragionamento di politica economica che stiamo portando avanti da mesi. Nel dossier, che fu approvato a giugno, c’era già indicata la traccia di queste idee del Governo e adesso le stiamo portando a compimento. La misura intende agevolare le imprese che intendono assumere a tempo indeterminato lavoratori che realizzeranno le forme di lavoro agile. Alcuni lo definiscono anche south working, noi potremmo chiamarlo anche “Sicily working”: incentivare i lavoratori a stare nel loro territorio e lavorare da remoto. Si parla anche di misure per creare smart village nei borghi”.

 

PNRR: lavoro senza sosta
L’assessore Dagnino dedica pagine intere alle misure da PNRR: “Abbiamo la spesa, il potenziamento e la realizzazione più completamente possibile della spesa per il Pnrr e dei fondi europei. Il modello che noi utilizziamo per calcolare il Pil programmatico è un modello economico denominato Mms, che che consente di quantificare gli effetti moltiplicativi della spesa pubblica, la spesa sia per i fondi europei e sia per i fondi derivanti al Pnrr, soprattutto quando si concentra sui fondi extra-regionali”. Bisognerà correre per utilizzare tutte le risorse disponibili e rispettare i tempi. I progetti attivi, al 6 maggio scorso, erano  22.275 progetti,  con dotazione finanziaria pari a 15,66 mld di euro. Di questi 7.460, circa il 33,5%, sono conclusi, mentre 14.215, circa il 66,5%, sono in corso.
I numeri però non sono messi benissimo: dei  22.275 progetti  presenti su tutta la Sicilia, per 21.795 progetti con indicatori, si rileva che il 33,8% risultano con target ancora da raggiungere, il 9,4% risultano con tutti i target raggiunti, mentre il 56,8% risultano target definiti ma senza programmazione completata. Dall’avanzamento economico-finanziario di questi si evince come la percentuale di pagamenti a valere su tali finanziamenti si attesti intorno al 27,4% con un importo di 4,3 mld di euro. 
Va male anche quando è la Regione  il soggetto attuatore, quindi  direttamente responsabile della realizzazione del singolo progetto, dall’avvio all’attuazione dello stesso, nonché responsabile delle procedure amministrative e contabili e del raggiungimento dei target previsti. Si tratta di 2.588 progetti, per un valore di 1,69 mld di euro. Di questi, 370, circa il 14,3%, sono conclusi, mentre 2.218, circa l’85,7%, sono in corso.
Da un’analisi dell’avanzamento fisico si evince che dei 2.588 progetti in essere nel territorio regionale, per 2.110 progetti con indicatori, si rileva che il 34,5% risultano con target ancora da raggiungere, lo 0,2% risultano con tutti i target raggiunti e il 65,3% risultano target definiti ma senza programmazione completata. Dall’avanzamento economico-finanziario di questi si evince come la percentuale di pagamenti a valere su tali finanziamenti si attesti intorno al 19% con un importo di 318,97 mln di euro.