Un libro per ricordare un uomo, prima ancora che uno scrittore. Si intitola “Noi ci ricorderemo. Vent’anni di amicizia con Leonardo Sciascia” (Le Lettere, 2025) l’ultima opera di Nino De Vita, poeta e scrittore marsalese, componente della Fondazione Leonardo Sciascia.
Un’opera intima, che ripercorre il legame nato nel 1969, quando De Vita, allora diciannovenne, conobbe Sciascia a casa di Enzo Sellerio a Palermo. Da quell’incontro germogliò un’amicizia durata vent’anni, fino alla scomparsa dello scrittore di Racalmuto, nel novembre 1989.
Non un libro di critica letteraria, ma un mosaico di episodi e ricordi: le conversazioni, i silenzi, le tenerezze e persino le paure di Sciascia. Un ritratto privato, che si affianca e completa quello pubblico dell’intellettuale che denunciò le collusioni tra mafia, politica e potere.
Accanto alle memorie personali, nel libro si riflette anche l’atmosfera della Sicilia di quegli anni: la Palermo animata da Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Enzo Sellerio, ma segnata dai delitti mafiosi che scandivano la cronaca e la storia.
«Ho frequentato Leonardo Sciascia dall’autunno del 1969 all’autunno del 1989. Vent’anni esatti. Quando l’ho incontrato io ero un ragazzo di 19 anni. È stato un felice incontro. Adesso ho pubblicato un libro che di questa nostra amicizia parla. Di Sciascia si è scritto e si scrive tanto, scritti che riguardano l’opera dello scrittore. Io, in questo mio libro, parlo dell’uomo, dell’amico, delle nostre conversazioni, di episodi che riguardano la sua vita e un po’ anche la mia. Sciascia mi manca. Non ha mai finito di mancarmi», scrive De Vita.
Un libro che è al tempo stesso ricordo, testimonianza e atto d’amore, capace di restituire la dimensione umana di Sciascia e di raccontare la Sicilia di quegli anni con la delicatezza e l’onestà della memoria personale.