Dal 2025 appalti solo digitali: Trapani in ritardo punta su nuove assunzioni
Trapani è in corsa ma con il freno a mano tirato. Dal 1° gennaio 2025 l’uso del modello digitale è obbligatorio per gli appalti pubblici sopra i 2 milioni di euro, ma la città e molte amministrazioni vicine non sono ancora pronte. Tra aprile e maggio il Comune ha assunto professionisti certificati, capaci di “progettare e verificare con i nuovi strumenti digitali”. I progetti della FUA sono già in digitale, mentre per Pinqua 1 e 2 è stato necessario ricorrere a collaborazioni esterne. Resta il nodo degli immobili già esistenti della pubblica amministrazione: scuole, ospedali, uffici, beni culturali. La loro “riproduzione digitale” richiede tempo, risorse e dati che spesso mancano.
Come altrove in provincia, emergono anche irregolarità nei cantieri: controlli recenti hanno trovato cantieri non a norma, lavoratori in nero e mancanze sulla sicurezza. Fenomeni che mostrano quanto sia fragile il sistema edilizio locale e quanto sia urgente che il digitale non resti uno strumento “solo su carta”.
Durante il convegno alla Soprintendenza organizzato da Nova Civitas, BIM2025 Sicilia e 4Days, il deputato regionale Giuseppe Bica ha spiegato: “Non si tratta di un semplice disegno in 3D. Questi sistemi raccolgono tutti i dati di un edificio: materiali, impianti, autorizzazioni, varianti, manutenzioni. Sono come una scheda dettagliata che dà la radiografia completa dell’immobile, utile a chi domani dovrà intervenire su ospedali o beni culturali”.
In pratica il Bim è un modello digitale che funziona come una scatola nera di un aereo, ma applicata a una casa o a una scuola. Non conserva solo l’aspetto esterno e interno, ma registra ogni dettaglio nascosto: i materiali usati, chi l’ha costruita, dove passano tubi e fili, quando sono stati fatti i lavori e da chi. Così, quando c’è bisogno di intervenire, tutte le informazioni sono già lì, precise e ordinate, senza dover ricostruire nulla a memoria. È come avere sempre a disposizione il manuale operativo completo dell’edificio.
L’evoluzione è il gemello digitale, una copia virtuale che segue sempre quello che succede al vero edificio. Franco Rebecchi lo ha definito “un cambio di paradigma: digitalizzare gli immobili per gestirli meglio, ridurre tempi e costi, rendere trasparente ogni passaggio e semplificare procedure, con un risparmio reale per la collettività”. L’esempio è lo Juventus Stadium: grazie al modello digitale accompagna la struttura dalla costruzione alla manutenzione, monitorando consumi e pianificando interventi.
Ma la tecnologia non basta: servono persone e visione. “Il tema è formare quanto più personale nella pubblica amministrazione e subito dopo mettere in atto i progetti digitali sugli edifici esistenti”, ha ribadito Bica. Oggi gli uffici locali soffrono la carenza di funzionari tecnici, e questo rallenta tutto. La Regione però ha chiuso i conti con un attivo di 2 miliardi di euro. “Questo libera spazi assunzionali. In Sicilia ci sono almeno 700 posti in programma, soprattutto di funzionari tecnici. Anche gli investimenti legati alla digitalizzazione rientrano in questo piano”, ha annunciato.
Altri contributi hanno messo in luce criticità e prospettive. Cristian Barutta ha ricordato che “il nuovo Codice degli Appalti impone la digitalizzazione in ogni fase, dalla progettazione alla gestione”. Marco Liotti ha aggiunto che “ogni fase iniziale ha un alto tasso di mortalità dei progetti. È fondamentale condividere esperienze per ridurre i rischi e garantire risultati concreti alla Pubblica Amministrazione”.
A moderare l’evento, Livio Marrocco, presidente di Nova Civitas, che ha spiegato: “Lo spirito di questa iniziativa è informare e formare, ma aprire un dibattito negli uffici tecnici degli enti locali. Questi strumenti non sono più concetti astratti, ma tappe obbligatorie nella gestione del patrimonio pubblico”.
Il quadro è ormai nitido: Trapani ha acceso i motori, ma se vuole evitare che il digitale resti solo un’etichetta, servono dati veri, persone qualificate e una strategia coordinata. Le irregolarità nei cantieri mostrano che non si può trascurare il controllo: digitalizzazione, trasparenza e legalità devono camminare insieme. Solo così la promessa può trasformarsi in realtà concreta per chi abita, lavora e costruisce in città.
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