Nuova udienza al Tribunale di Marsala nel processo ad Alfonso Tumbarello, l’ex medico di base di Campobello di Mazara accusato di avere redatto numerosi certificati medici a nome di Andrea Bonafede (classe 1963), l’identità “di copertura” utilizzata dal boss Matteo Messina Denaro per curarsi durante la latitanza.
Al centro della discussione, un certificato di “sana e robusta costituzione” datato 7 luglio 2021, trovato sul computer del medico e che sarebbe servito per l’accesso a impianti sportivi. I giudici hanno chiesto di accertare se quel documento fosse stato mai stampato.
A chiarire i limiti dell’accertamento è stato Andrea Chiaiso, ingegnere informatico e uno dei due periti nominati dal tribunale:
«Il software non consente di memorizzare l’azione di stampa. Non ci sono elementi tecnici per stabilirlo. Il database, infatti, non registra questo dato».
Lo stesso Chiaiso ha aggiunto che un altro certificato, relativo all’accesso in ospedale, risulta essere stato “generato da un file Word preesistente”, e dunque non redatto ex novo.
In aula anche il secondo perito incaricato, Francesco Ventura, direttore dell’ufficio di medicina legale di Genova, chiamato a rispondere a un ulteriore quesito: se un certificato di sana e robusta costituzione possa essere rilasciato per una persona affetta da tumore.
Il procedimento contro Tumbarello — accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico — ruota attorno al ruolo che il medico avrebbe avuto nel garantire a Messina Denaro assistenza sanitaria e documenti utili a restare nell’ombra fino all’arresto del gennaio 2023.