Sono poche le certezze fornite dai periti nominati dal Tribunale per fugare i dubbi sul certificato medico di “sana e robusta costituzione” per l’accesso agli impianti sportivi rilasciato il 7 luglio 2021 ad Andrea Bonafede, classe ’63, dal dottor Alfonso Tumbarello, ex medico di base di Campobello di Mazara, processato, in Tribunale, a Marsala, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati medici a nome di “Bonafede Andrea” per consentire al boss latitante Matteo Messina Denaro di potersi curare con una falsa identità.
In aula, i due periti nominati lo scorso 28 maggio, il dottor Francesco Ventura, direttore dell’ufficio di medicina legale di Genova, e l’ingegnere Andrea Chiaiso, anch’egli del capoluogo ligure, hanno sostanzialmente affermato di non potere dare risposte nette ai principali quesiti. Al perito informatico il tribunale aveva chiesto di stabilire se la ricetta ritrovata dai carabinieri del Ros sul pc fosse stata mai stampata. Nel corso del processo, l’imputato si è, infatti, difeso sostenendo che sarebbe stata redatta per errore, dunque alla base ci sarebbe un equivoco, perché non sarebbe mai uscita dallo studio. La perizia del medico legale era, invece, diretta a capire se un malato di tumore può essere definito di “sana e robusta costituzione”, perché lo stesso Tumbarello, sul finire del 2020, aveva rilasciato una serie di certificazioni mediche e di prescrizioni di accertamenti diagnostici allo stesso Andrea Bonafede. Ma in quel caso si sarebbe trattato di Messina Denaro, che combatteva la battaglia, poi persa, contro un tumore al colon.
Secondo il pm della Dda Gianluca De Leo, che per Tumbarello ha chiesto 18 anni di carcere, delle due l’una: la grave malattia e la sana e robusta costituzione sarebbero incompatibili. Nell’aula “Paolo Borsellino”, l’ingegnere Chiaiso ha spiegato: “Il software (del pc del medico, ndr) non consente di memorizzare l'azione di stampa. Non ci sono elementi tecnici per stabilirlo. Il database, infatti, non memorizza questo dato". Insomma, come ha poi sintetizzato il presidente Saladino, “potrebbe essere stata stampata oppure no”. Chiaiso ha, inoltre, affermato che "un certificato di accesso in ospedale è stato generato da quello preesistente, scritto su preesistente file Word". Tra accusa e difesa, uno dei motivi di scontro è la tempistica dei certificati redatti. E anche su questo aspetto la perizia non ha chiarito molto. Come pure per errori o cancellazioni nella redazione dei certificati. Poi, è stato ascoltato il dottor Ventura: “Nel periodo in cui è stato rilasciato il certificato di sana e robusta costituzione – ha detto il medico legale – il paziente aveva iniziato il primo ciclo di chemioterapia, ma chi lo aveva in cura per il tumore diceva che era ancora in buone condizioni. Si ritiene, inoltre, che in questi casi si può fare una blanda attività fisica. Certo, dipende dalle condizioni di ogni singolo paziente”.
Si è parlato, inoltre, di una prescrizione del farmaco “Tavor” intestata ad Andrea Bonafede (era anche questa per Messina Denaro?), che secondo le regole deontologiche mediche, ha spiegato il direttore dell’ufficio di medicina legale genovese, avrebbe richiesto un colloquio diretto con il paziente per chiedergli se era la prima volta che assumeva il noto ansiolitico e in questo caso spiegargli gli effetti. Ma anche questo non è certo che sia accaduto. Ma solo che per quel tipo di farmaco sarebbe stato necessario un confronto clinico "de visu" con il paziente.
E l’accusa, naturalmente, su questo per dimostrare che Tumbarello sapeva chi era il vero paziente, mentre il medico campobellese ha sempre sostenuto di ignorare che il beneficiario delle cure fosse un latitante e di essersi fidato delle spiegazioni di Bonafede, il quale avrebbe riferito a Tumbarello di essere malato di cancro e di non presentarsi in studio perché non voleva si sapesse della sua malattia. Il 22 ottobre, le conclusioni del pm De Leo e degli avvocati difensori Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo. E forse anche la sentenza.