Sotto la pioggia, davanti all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, si sono ritrovate almeno 150 persone tra sanitari, giovani e associazioni come “Ciao Mauro!”. Torce, lampade e candele hanno illuminato simbolicamente la notte, unite a quelle accese in tutta Italia per l’iniziativa nazionale “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”, promossa dal movimento #DigiunoGaza. In un lungo silenzio interrotto solo dalle voci dei lettori, sono stati pronunciati i nomi dei 1.677 medici, infermieri e volontari palestinesi uccisi a Gaza, un elenco che cresce di giorno in giorno e che restituisce il volto umano della tragedia.
L’iniziativa, che ha coinvolto 180 ospedali dalla Sicilia alla Valle d’Aosta con la partecipazione di migliaia di operatori sanitari, associazioni e sindacati, ha voluto richiamare l’attenzione su un’emergenza che ha colpito al cuore il sistema sanitario di Gaza. Dal 2023 a oggi si contano 720 attacchi contro obiettivi sanitari, 34 ospedali colpiti, 186 ambulanze distrutte. Oltre 1400 operatori sanitari hanno perso la vita, insieme a 295 membri delle Nazioni Unite e 215 giornalisti.
L’aspettativa di vita a Gaza è crollata di 35 anni, mentre 25mila donne portano avanti gravidanze senza assistenza, con circa 15 parti a settimana in strada o sotto le tende. È ciò che l’ONU definisce “medicidio”, la distruzione intenzionale di un sistema sanitario e di un popolo.
“Il rispetto del diritto internazionale non può essere una scelta ma un obbligo – hanno ricordato i promotori – sta a noi cittadini esercitare pressione sui governi affinché venga rispettato e chi lo viola venga punito”.