Cogito ergo sum — “penso, dunque sono” — è l’espressione latina formulata dal filosofo francese René Descartes (Cartesio), che afferma il principio indubitabile dell’esistenza del soggetto pensante. Il dubbio, per Cartesio, è l’essenza stessa dell’essere umano: dubitare significa esistere, significa esercitare la propria coscienza critica.
Nei giorni che hanno preceduto l’arrivo nella Striscia di Gaza della Global Sumud Flotilla, a circa 70 miglia dalla costa — dunque in acque internazionali — si è assistito a un episodio emblematico. Durante una trasmissione televisiva, Bruno Vespa, collegato con un’attivista della flottiglia, dopo che era stata rifiutata la proposta del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, di lasciare gli aiuti umanitari a Cipro (su richiesta del governo italiano), ha sentenziato: “Non ve ne fotte niente di dare aiuto alle persone.”
Secondo Vespa, i circa 500 attivisti della missione avrebbero dunque deciso di “farsi una crociera nel Mediterraneo orientale”. Eppure, oggi, quegli stessi attivisti — abbordati e arrestati senza opporre resistenza — si trovano in prigione, in violazione del diritto internazionale. In acque internazionali, per parafrasare l’inventore televisivo dei plastici, “gli israeliani se ne fottono del diritto”, come del resto ha lasciato intendere anche il ministro degli Esteri italiano, secondo il quale “il diritto conta, ma fino a un certo punto”.
Chi non ha firmato il documento con cui si dichiarava di aver commesso un “ingresso illegale” è oggi recluso in una prigione nel deserto del Negev, in attesa di espulsione. È probabile che passeranno mesi prima di una decisione definitiva. E tutto questo, va ricordato, non per diletto personale, ma per portare aiuti diretti e concreti al popolo di Gaza, senza intermediazioni e nonostante i veti israeliani che limitano la distribuzione di farmaci e alimenti a una popolazione stremata.
Intanto, nello stesso Paese in cui si premiano i giornalisti, Bruno Vespa ha ricevuto lo scorso giugno il Premio Mozia alla carriera. Chissà cosa ne pensano Gianni Letta, presidente della giuria, e Salvatore Lombardo, presidente dell’Associazione “Strada del Vino Marsala – Terre d’Occidente”, che ha fortemente voluto il riconoscimento.
Le persone pensanti — quelle che non smettono di dubitare — non hanno dimenticato il massacro del 7 ottobre di due anni fa. Manifestano solidarietà alle famiglie delle vittime e degli ostaggi, sperano in una tregua, e desiderano una pace reale e duratura.
Ma, come spesso accade nella storia umana, il dubbio che tutto questo resti soltanto una chimera continua a pervadere il pensiero.
Vittorio Alfieri