“Non appare credibile che Martina Gentile abbia appreso della relazione esistente tra la madre e Messina Denaro solo dopo l’arresto della Bonafede, posto che la stessa Bonafede, nelle sue spontanee dichiarazioni, ha riferito che, di fatto, lei e la figlia avevano costituito con il latitante una famiglia, seppure anomala per non esserci mai stata una convivenza tra loro”.
È uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui il gip di Palermo ha condannato Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, storica amante di Matteo Messina Denaro, a 4 anni e 8 mesi di carcere per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati. Il provvedimento è stato depositato nei giorni scorsi.
Le lettere al boss
Nel dispositivo il giudice sottolinea come le dichiarazioni di Gentile non siano state ritenute credibili, in particolare quando la donna ha sostenuto di non sapere nulla della relazione tra la madre — moglie del boss ergastolano Leonardo Bonafede — e il capomafia di Castelvetrano.
La giovane, oggi 28enne, aveva detto di essersi pentita per l’affetto provato verso il latitante. Ma, secondo il gip, “non può credersi che fosse all’oscuro di tutto”, anche alla luce dei pizzini e delle lettere sequestrate durante le indagini.
Il giudice riporta, tra le altre, una missiva indirizzata a Messina Denaro:
“Non sapevo cosa fare, cosa dirti... prima ti avrei voluto dire di darmi un passaggio e ti fermavi a mangiare a casa... utopia! Incredibile come ci hanno tolto tutto”.
“Faceva parte della cerchia ristretta del boss”
Per il gip, Martina Gentile “faceva parte di una cerchia ristrettissima di persone vicine a Messina Denaro che conoscevano dove trascorreva la sua latitanza”.
Il giudice respinge la tesi difensiva secondo cui il rapporto tra la ragazza e il boss fosse soltanto “privato e affettivo”. Al contrario, scrive, “il solo fatto di avere un codice comunicativo comune, condiviso con altre persone e usato per mascherare l’identità dei destinatari delle missive, costituisce di per sé un comportamento idoneo a ostacolare le indagini”.
Il contesto
Martina Gentile era stata arrestata nel luglio 2023, pochi mesi dopo la madre Laura Bonafede. Secondo gli inquirenti, madre e figlia avrebbero contribuito a proteggere la latitanza di Messina Denaro, garantendo appoggi logistici e comunicazioni riservate attraverso un sistema di messaggi cifrati.
Il boss di Castelvetrano, catturato il 16 gennaio 2023 dopo trent’anni di latitanza, aveva mantenuto con entrambe rapporti familiari e affettivi profondi, come confermano le stesse parole usate dal gip: “una famiglia anomala, ma pur sempre una famiglia”.