Ancora una seduta d’Aula saltata all’Assemblea regionale siciliana, e monta la protesta delle opposizioni. Il motivo? Nessun assessore del governo Schifani si è presentato per rispondere alle interrogazioni e alle interpellanze dei deputati. Un’assenza che ha costretto il presidente di turno a rinviare i lavori, scatenando la reazione dura dei gruppi di minoranza.
“Salta ancora una seduta d'aula perché il governo non è riuscito a trovare un assessore disposto a rispondere – ha dichiarato il vicepresidente dell’Ars e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola –. Questi hanno perso il senso della misura, devono solo andare a casa. I siciliani non ne sentiranno la mancanza”.
Di Paola ha poi rincarato la dose, parlando di “un comportamento indecente”:
“Il governo ha dimostrato per l'ennesima volta di non avere rispetto né per il Parlamento né per i siciliani. E meno male che chi lo guida si professa un parlamentarista convinto. Il rinvio delle sedute ormai non fa nemmeno più notizia: a questo esecutivo interessa solo piazzare bandierine e litigare per le poltrone. Poi ci chiediamo perché la gente non va più a votare: i siciliani dovrebbero farlo proprio per mandarli a casa”.
Sul fronte del comparto forestale, intanto, arrivano critiche anche dal Partito Democratico. Il deputato Nello Dipasquale ha commentato le recenti dichiarazioni degli assessori Abate e Pace, che hanno annunciato l’intenzione di aumentare le giornate di lavoro per gli operai forestali:
“Siamo contenti che si siano finalmente accorti del problema, ma vorrei ricordare che nell’ultima manovra avevamo già presentato un emendamento per incrementare le giornate, poi bocciato. Dopo tre anni di governo senza risultati, verrebbe da dire: meglio tardi che mai”.
“Ci auguriamo – ha aggiunto Dipasquale – che le nostre richieste, così come quelle dei sindacati, finora ignorate, possano trovare finalmente ascolto. Con tutte le risorse oggi disponibili, sarebbe incomprensibile non dare risposte alle legittime esigenze del comparto”.
Un doppio affondo, dunque, che fotografa bene il clima politico all’Ars: da un lato un governo accusato di immobilismo, dall’altro un’opposizione che denuncia ritardi e promesse disattese su fronti cruciali come quello dei forestali.