Nel giorno in cui il Governo italiano rinnova il Memorandum di collaborazione con le milizie libiche, la nave Mediterranea dell’organizzazione umanitaria omonima ha portato in salvo 65 persone che rischiavano di morire in mare.
Il primo intervento è avvenuto nella mattinata di oggi, quando l’equipaggio ha soccorso 37 persone a bordo di un’imbarcazione in vetroresina sovraffollata e a rischio naufragio, in acque internazionali a circa 40 miglia dalle coste libiche.
Nel pomeriggio, un secondo salvataggio: 28 persone, tra cui sei donne — una in avanzato stato di gravidanza — e venti minori non accompagnati, sono state tratte in salvo da un gommone alla deriva da tre giorni, ormai senza acqua né cibo.
I naufraghi, provenienti da Sudan, Sud Sudan, Somalia, Eritrea, Siria, Iran, Iraq, Egitto, Bangladesh e Pakistan, sono ora al sicuro a bordo della nave, dove ricevono assistenza medica e sostegno psicologico.
Molti di loro portano i segni delle violenze e torture subite nei centri di detenzione libici, denuncia Mediterranea. “Proprio nel giorno in cui l’Italia rinnova l’accordo con chi finanzia e gestisce quei lager, abbiamo evitato che altre 65 vite fossero inghiottite dal mare o riportate all’inferno”, sottolinea l’organizzazione.