AAA Cercasi formazione politica. È un’esigenza imprescindibile la creazione di scuole dove formare la classe politica. Nella Prima Repubblica tale prerogativa era dei partiti, che nel territorio se ne facevano carico. Con l’avvento di Tangentopoli e la distruzione del pentapartito è nata un’altra forma di selezione, soprattutto a livello locale: il civismo. Esso ha prodotto un’indubbia speranza, quella di arginare la disaffezione dell’elettorato nei confronti della Res Publica.
Marsala, tra poco più di sei mesi, si recherà al voto per il rinnovo del sindaco e dei consiglieri comunali, ed è già iniziata la ricerca spasmodica dei candidati a primo cittadino e a Sala delle Lapidi. Ciò che emerge è che né il centrodestra né il centrosinistra abbiano ancora espresso un proprio nome. Per i programmi, come direbbe la Sciarelli, “chiedere a Chi l’ha visto”.
È inaccettabile che Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Nuova Democrazia Cristiana di Cuffaro, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra – AVS – non abbiano ancora presentato gli/le aspiranti a “quartiere spagnolo”.
Cinque anni fa, dopo la sindacatura Di Girolamo – indubbiamente divisiva e segnata dall’immancabile faida interna al PD – Massimo Grillo, raccogliendo l’esortazione di venti esponenti politici, si candidò dando vita alla “gioiosa macchina da guerra”, composta da nove liste.
Giova rammentare, a perenne memoria, chi furono i richiedenti (altrimenti la responsabilità è sempre solo degli altri, di Grillo nella fattispecie): Pellegrino e Lo Curto, allora deputati regionali UDC; Sturiano, presidente del Consiglio; Ruggieri, delfino di Musumeci; Gandolfo, Galfano e Alagna, tutti e quattro ripagati con un assessorato.
I consiglieri uscenti: Gerardi, Vinci, Flavio Coppola, Eleonora Milazzo e Pino Milazzo (poi sostituito dal figlio Vito), tutti rieletti. Arcara, Angileri, Marrone e Alessandro Coppola (sostituito dal padre Franco) furono bocciati. Ingrassia, Sinacori e Chianetta non si candidarono. La Genna, Walter Alagna e Ferranteli (che rimpiazzò la figlia Nicoletta), pur non invocando la candidatura di Grillo, furono anch’essi rieletti nella “gioiosa macchina da guerra”.
Per otto consiglieri comunali in carica la “cultura politica” è di famiglia: Di Girolamo, Vito Milazzo, Martinico, Ferrantelli, Fernandez, Coppola, Cavasino e Accardi. Poi ci sono quelli con i mentori: Di Pietra con gli assessori Ruggieri e Michele Milazzo, la cui nomina provocò la fuoriuscita della Genna da Fratelli d’Italia, con l’accusa di opportunismo politico per una tessera conseguita dopo le elezioni, durante le quali – a suo dire – Milazzo appoggiò proprio Di Pietra.
La stessa Genna, quando Di Pietra transitò all’opposizione, scelse il gruppo consiliare Civicamente, presieduto da chi? Ovviamente da Di Pietra. A completare la triade di Civicamente c’è Orlando, il cui precettore è Salvatore Ombra. Di Giacalone ed Eleonora Milazzo sono invece guidati dall’ex vicesindaco Ruggieri.
Per Di Fici e Rodriguez, la stella polare è “un posto al sole”. Per Gerardi, Pugliese e Bonomo è senz’altro l’ambizione. Della Titone non pervenuta, ma la collocazione è di centrodestra; Carnese proviene dalla diaspora socialista. Alagna, un moderato, è adesso approdato nella Nuova DC di Cuffaro. Passalacqua ha un’istruzione repubblicana, poi folgorato sulla via di Renzi.
Infine, tre decani: Genna, della destra radicale; Vinci, della Margherita (gli orfani della DC); e Sturiano, in molteplici declinazioni: dai Democratici di Sinistra a MPS, da Democratici per Marsala fino a Forza Italia. Insomma, dall’internazionale socialista al liberismo berlusconiano: un ossimoro vivente.
Dei candidati a primo cittadino di Grillo la preparazione è risaputa: Curatolo si è definito di centrodestra, ma si è sfilato dalla coalizione; Fici, da Peppino Impastato a Totò Cuffaro; l’unica donna è Patti, che nel 2020 ebbe il consenso del consigliere uscente Nuccio (poi ricandidatosi con Cento Passi) e degli ex pentastellati Angileri e Rallo (ora elettore di Fratelli d’Italia), ma poi si ritirò.
La Patti ci riproverà l’anno prossimo con il suo movimento Si muove la città, che per sua stessa ammissione è trasversale. Si definisce un tecnico ed è stata una valida amministratrice, ma la politica ha dinamiche diverse: è anche “sangue e merda”.
Per i candidati a Palazzo VII Aprile è molto utile la conoscenza del Testo Unico sugli Enti Locali, dello Statuto comunale e del regolamento interno sul funzionamento del Consiglio comunale. Successivamente, se eletti, dovranno approfondire le materie delle commissioni consiliari di cui faranno parte, perché dovranno amministrare una città il cui bilancio ammonta a 369 milioni di euro. La formazione politica è indispensabile per risolvere problemi sociali e istituzionali: una classe politica non si inventa, si forma.
Vittorio Alfieri