Si estende l’inchiesta della Procura sugli appalti nel settore sanitario siciliano, che ora coinvolge anche l’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. Al centro dell’indagine c’è la gara per il servizio di lavaggio e distribuzione della biancheria ospedaliera, dal valore complessivo di 22,3 milioni di euro per cinque anni, finita sotto esame per presunte irregolarità e accordi illeciti.
Tra i principali indagati figura Ninni Sciacchitano, 65 anni, commercialista di Corleone e già ai domiciliari per il primo filone dell’inchiesta, nei cui confronti è stata disposta una nuova misura cautelare in carcere. Secondo l’accusa, Sciacchitano — in qualità di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione — avrebbe utilizzato la propria posizione per favorire la società Pacifico srl, ricevendo in cambio 2.500 euro tramite Lello Cacace, 61 anni, imprenditore di Castellammare di Stabia ritenuto dagli inquirenti il mediatore dell’operazione.
Le intercettazioni riportano dialoghi ritenuti dagli investigatori compromettenti. In uno scambio tra Cacace e il provveditore dell’azienda ospedaliera, Albano, si fa riferimento alla possibilità di visionare la documentazione relativa alla gara: «Io ci do un’occhiata», dice Cacace. «Eh lo so, però se si venisse a sapere… le guardiamo insieme qua, io ho la documentazione», replica Albano.
Per gli inquirenti, da tali incontri sarebbero trapelate informazioni riservate sul bando per il servizio di noleggio della biancheria e dei materassi ospedalieri.
Sciacchitano, intercettato in più conversazioni, avrebbe inoltre vantato rapporti con i vertici dell’azienda sanitaria:
«Ero con il direttore sanitario di tutto l’ospedale, con il direttore del presidio sia di Villa Sofia che del Cervello, il primario… non mancava nessuno», avrebbe dichiarato, aggiungendo in un’altra occasione: «Finalmente dopo insistenza, perché io ho insistito con Roberto, con tutti quanti… picciotti, ma veramente stiamo in queste condizioni in questa azienda?».
Secondo la Procura, l’episodio rappresenta «una tessera del medesimo disegno criminoso» già emerso nel primo filone dell’indagine. In totale sono 15 le misure cautelari richieste, di cui otto in carcere, quattro ai domiciliari e tre interdittive nei confronti di società coinvolte. Gli interrogatori degli indagati sono fissati tra l’11 e il 13 novembre.