Trapani, Antonini: “Ho chiesto alla Meloni di sciogliere il Comune..."
Chi di registrazione ferisce, di registrazione perisce. Dopo mesi di dirette social, documenti riservati e chat pubblicate in rete, questa volta è Valerio Antonini a finire nel mirino di un video che lo mostra senza filtri. Registrato allo Stadio Provinciale di Trapani, sabato pomeriggio durante, probabilmente, l'intervallo della partita del Trapani Calcio, il filmato di poco più di cinque minuti raccoglie frasi e rivelazioni che, se confermate, sono destinate a pesare come macigni.
Antonini parla con il tono di sempre — aggressivo, sprezzante, convinto di essere al centro di tutto — e alterna insulti, confessioni e vanterie. “Oggi ci sono 216 paganti, per me non contano un c***o”, dice all’inizio del video riferendosi allo stadio semideserto, con i tifosi scoraggiati anche a causa del nuovo deferimento. “Io spendo 460 mila euro al mese, che fanno sei milioni l’anno. Tra abbonamenti, biglietti e sponsor incasso un milione e cento”.
A proposito del deferimento, Antonini in questo video lascia intendere che non è un caso che il provvedimento abbia colpito lui e il proprietario del Campobasso. Entrambi, infatti, hanno anche una squadra di basket (in quel caso il Napoli Basket). "Dietro c'è Petrucci ... non vuole la multiproprietà, gli dà fastidio che noi portiamo via risorse al basket e le investiamo sul calcio" dice. Petrucci ha detto ad Antonini di andare via e di portare la squadra nella Capitale: "Entro fine anno devi darmi il titolo per Roma. Ma è ovvio, lo avete capito tutti. Se continua così...".
Poi passa alla politica. Racconta di aver incontrato il ministro dello Sport Andrea Abodi subito dopo la revoca della concessione del Palasport “Ettore Daidone” da parte del Comune di Trapani.
“Sono stato quattro ore con Abodi a Roma, quattro ore! Mi ha detto: ‘Adesso vado dalla Meloni e presento il caso’. Gli ho portato tutti gli elementi per commissariare il Comune di Trapani”.
Nel video Antonini sostiene che il governo starebbe valutando la possibilità di un commissariamento del Comune “per motivi di ordine pubblico”.
“Se tolgono il palazzetto alla squadra… è un problema di ordine pubblico”, dice. E aggiunge che “i miei interlocutori al governo hanno già chiamato il Prefetto: ‘Lei che fa, dorme?’”, riportando un presunto dialogo tra Roma e la Prefettura di Trapani.
Un racconto che sconfina nella fantasia — nessuna procedura del genere e nessun precedente esiste nel diritto amministrativo italiano — ma che rende bene il tono del personaggio e il livello di tensione in città.
Antonini afferma poi di aver “messo ko Tranchida”, riferendosi al sindaco di Trapani, e annuncia:
“Mercoledì presento la fattura con tutte le quietanze di pagamento per i lavori al palazzetto: due milioni e trecentomila euro, sette giorni di tempo per pagare. Mi hanno cagato il ca***. Me devono pagà”.
E non solo il Comune.
“Anche Quinci (ndr: presidente del Libero Consorzio di Trapani, proprietario dello Stadio Provinciale) me deve pagà per la vertenza dello stadio”.
Un linguaggio che tradisce il nervosismo di chi, stretto tra revoche, contenziosi e accuse incrociate, tenta ora di ribaltare il tavolo.
Il video, che gira moltissimo su WhatsApp in queste ore, aggiunge un nuovo capitolo alla guerra personale tra Antonini e le istituzioni trapanesi, una saga in cui sport, politica e delirio di onnipotenza si intrecciano in modo sempre più pericoloso, con Trapani come teatro. E, per una volta, le parole di Antonini non le ha pubblicate lui — ma le ha registrate qualcun altro.
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