Massimo Grillo è sindaco uscente di Marsala, lo ha già detto più volte: è ricandidato per il bis. E’ uomo di centrodestra, ha partecipato, domenica scorsa, alla convention palermitana di Fratelli d’Italia, in seconda fila, subito dietro a Gaetano Galvagno, presidente dell’ARS.
E’ stato eletto nel 2020 con una maggioranza bulgara, 21 consiglieri su 24, negli anni ha perso quella maggioranza e ha spaccato con tutti i partiti che lo hanno sostenuto.
Oggi il centrodestra non vuole né dialogare e nemmeno ripartire da Grillo.
Tutti i cambi in giunta
Quattro sono stati i primi assessori Paolo Ruggieri, vice sindaco, Antonella Coppola, Oreste Alagna, Arturo Galfano. Ci sono stati poi Michele Gandolfo, Giuseppe d’Alessandro.
A gennaio 2023, non senza polemiche, ecco il primo colpo: cambio di esponenti in giunta. Entrarono: Michele Milazzo,Valentina Piraino, che prese il posto di Ruggieri come vice sindaco, Giacomo Tumbarello, Ivan Gerardi, Ignazio Bilardello Salvatore Agate.
Nell’aprile 2024 altri cambi: entrarono Francesco Marchese, Donatella Ingardia e Giusy Piccione. Uscirono Milazzo e Piraino.
A giugno 2025 si dimisero Marchese e Ingardia, ed entrarono Giuseppe Lombardo e Gaspare Di Girolamo.
Lo scossone venne dato dalle dimissioni Giusi Piccione, il 23 giugno 2025, al suo posto venne ripescata la Ingardia.
Schizofrenia politica
Quella degli assessori fu un turnover continuo: ingressi, dimissioni, rimpasti e nuove nomine che hanno finito per restituire un quadro amministrativo instabile e contraddittorio. Assessori che più che rispondere a una visione politica e amministrativa, sembrano rispondere a caselle da occupare. Oltre all’indennità.
Per i cittadini è difficile capire quali siano le priorità e se c’è una logica politica. Questa discontinuità ha finito per alimentare la sensazione di una vera e propria schizofrenia politica: decisioni annunciate e poi riviste, deleghe ridistribuite più volte, assessori che entrano, escono e rientrano in un clima che non ha avuto alcuna ricaduta positiva per la città. A farne le spese è la credibilità dell’amministrazione.
Ricandidatura
Ha cercato di riaprire il dialogo con i partiti di centrodestra ma non c’è riuscito. Ma davvero tutta la colpa è di Grillo?
La sua vera colpa è stata quella di non spiegare perché alcuni nomi, e quali, erano irricevibili. Perché al vice sindaco Ruggieri venne chiesto di restare in giunta come assessore e non più come vicesindaco. In politica, come nella vita, non esiste una narrazione in cui c’è un solo cattivo. E’ evidente che ci sono stati fatti e cose che hanno portato Grillo a chiedere che i partiti indicassero altri nomi e invece, impegnandosi, hanno preferito rompere.
Che il sindaco uscente sia ricandidato è legittimo. Grillo ad oggi dice di essere in campo con 5 liste in sostegno.
Gli avversari
Ad oggi ce n'è una sola: Andreana Patti, non ha tessere di partito in tasca ma ha un perimetro politico che la appoggia, ed è tutto il centro sinistra, dal Pd alle sigle più radicali come AVS e Rifondazione.
Sul candidato Nicola Fici non si sa, ancora, nulla. Le remore sono tutte di Fratelli d’Italia, che non identificano Fici come civico ma come un ex Cento Passi e prima ancora PD. Di fatto è che dopo le innumerevoli riunioni fatte il centrodestra ha messo insieme tanti “forse” e pochissime certezze. Anzi, una certezza c’è: se FdI dirà no a Fici si ricomincia da capo.
In tutto questo trambusto è proprio Grillo ad alzare le sue quotazioni, ed è per questo anche che Stefano Pellegrino e Enzo Sturiano non hanno lasciato la maggioranza, dichiarazioni a parte.