Navi in servizio nonostante problemi tecnici gravi, rischi d’incendio durante la navigazione, pressioni per garantire le tratte anche senza mezzi di riserva. L’inchiesta della Procura di Trapani su Liberty Lines – culminata nel decreto di sequestro preventivo disposto d’urgenza – ricostruisce un quadro allarmante delle condizioni di sicurezza dei collegamenti marittimi con le isole Egadi.
Il provvedimento, che conta 46 indagati tra dirigenti, comandanti e personale tecnico della compagnia, contesta un sistema durato anni, fatto di avaria taciute, giornali di bordo falsificati e navi in navigazione con problemi tali da costituire “vera e propria avaria”. Anche quando a bordo c’erano decine o centinaia di passeggeri.
Secondo la Procura, l’obiettivo sarebbe stato duplice: non interrompere le tratte e non compromettere i rapporti economici con la Regione Siciliana, che erogava compensazioni per oltre 14,9 milioni di euro.
Le intercettazioni: “Ho 102 passeggeri e rischio di andare a fuoco”
Il livello di rischio emerge con forza dalle intercettazioni, in particolare quelle del 26 aprile 2022. A parlare sono Nunzio Formica, dirigente Liberty Lines, e Massimo Grillo, comandante.
Grillo racconta di essere partito da Vulcano con 102 passeggeri a bordo, malgrado un problema grave ai motori:
«Qua sono sei cilindri che buttano gasolio dappertutto… rischio di andare a fuoco con i passeggeri».
Formica risponde:
«Per me puoi sospendere il servizio immediatamente… perché non mi hai chiamato prima? Li facevamo venire con un altro aliscafo».
Grillo ribatte:
«Una cosa è che me ne vado a fuoco da solo, una cosa è che me ne vado a fuoco con i passeggeri».
È lo stesso comandante a rimarcare l’assurdità della situazione:
«Sono persone di sessant’anni, bambini di cinque anni… lui [l’altro comandante] è partito da Salina vuoto e ha scaricato tutto a me».
Un passaggio che sintetizza perfettamente ciò che la Procura definisce un sistema strutturale, non un episodio isolato.
Il quadro dell’accusa: mezzi inefficienti e documenti falsificati
Il decreto elenca casi su casi in cui aliscafi e catamarani sono stati impiegati nonostante:
- problemi ai motori
- perdite di gasolio
- infiltrazioni d’acqua in sentina
- carenze nell’impianto antincendio
- guasti elettrici che compromettevano timoni e generatori
- assenza di componenti obbligatorie
Il tutto accompagnato – secondo l’accusa – da omissioni sistematiche nei giornali nautici e nella comunicazione al RINA e alla Capitaneria.
Il risultato? Navi descritte come perfettamente operative, mentre le carte giudiziarie evidenziano che erano, in più episodi, a rischio incendio, con problemi che avrebbero richiesto «immediata interruzione del servizio».
Il caso del “Carlotta M.”: dieci giorni di avarie taciute
Tra gli episodi centrali, quello del monocarena “Carlotta M.”, rimasto in servizio dal 27 aprile al 5 maggio 2021 con:
- bassa pressione dell’olio dell’invertitore
- condizioni tali da costituire «vera e propria avaria»
- mancata comunicazione delle criticità
- giornali di bordo falsificati
I comandanti coinvolti risultano indagati anche per falsità ideologica e omessa denuncia delle avarie.
La truffa aggravata alla Regione: compensazioni per 14,9 milioni
Secondo la Procura, Liberty Lines avrebbe ottenuto le proroghe e le compensazioni economiche regionali occultando lo stato reale della flotta, inducendo in errore l’amministrazione regionale.
Una condotta contestata come truffa aggravata per un importo pari a 14.980.017,26 euro.
Il nodo politico: il servizio pubblico verso le isole
L’inchiesta solleva una domanda enorme:
Chi garantiva davvero la sicurezza delle tratte?
E cosa accade quando un servizio pubblico essenziale – il collegamento con le isole – si regge su navi che, secondo la Procura, avrebbero dovuto essere ferme in cantiere?
La risposta è nelle intercettazioni:
«Se sei a rischio incendio, torna indietro e lascia i passeggeri… Ma perché non me l’hai detto prima?»
Frasi che, lette alla luce dei reati contestati, assomigliano più a un estremo tentativo di minimizzare l’emergenza che a un meccanismo strutturato di controllo.