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23/11/2025 07:24:00

Salemi. Ridotta in pezzi la Panchina rossa del Piazzale Peppino Impastato

A Salemi, la Panchina Rossa – simbolo della lotta contro la violenza sulle donne – installata sul Piazzale intestato a “Peppino Impastato”, attivista simbolo della lotta alla mafia, è stata nei giorni scorsi brutalmente distrutta. 

Un gesto doppiamente vile e oltraggioso che ha colpito non soltanto il valore simbolico di quella panchina , ma anche violato la memoria che quel luogo intende conservare da quando alcuni anni fa un nutrito numero di giovani raccolse centinaia di firme di cittadini per intestare quell’area a Peppino Impastato ucciso dalla mafia. 

Nello stesso luogo venne in seguito allestito dall’Amministrazione Venuti un mini parco giochi per piccoli. Come a confermare l’intangibilità di quel sito. 

Tre iniziative, quindi, che hanno dato ( o avrebbero dovuto dare) a questo angolo della piazza principale del paese un’aurea di sacralità e inviolabilità. Dove simbolicamente viene ricordato l’eterno dualismo morte/vita: da una parte la morte eroica di tante persone vittime della violenza e dall’altra la vita che si rinnova attraverso i piccolissimi delle nuove generazioni. 

In una notte di violenza, apparentemente gratuita, ha vinto la morte, come spesso avviene in questa splendida/infelice Isola.

La sezione Fidapa di Salemi ha condannato duramente il triste episodio giudicandolo un “vile atto vandalico che non solo offende la memoria delle vittime e il lavoro di chi ha voluto questa installazione, ma cerca di ferire i valori fondamentali del rispetto, della civiltà e della giustizia. Con determinazione, lavoreremo per ripristinare la panchina, rafforzando il nostro impegno nella promozione di una cultura di parità e nel contrasto a ogni forma di intolleranza. Ferire una panchina non zittisce un messaggio: il nostro impegno contro la violenza sulle donne continuerà ancora più forte.”

Anche l’Associazione Peppino Impastato di Salemi nell’esprimere profonda indignazione per il grave atto vandalico, ha ricordato che quella panchina oggi ridotta in frantumi venne acquistata dalla loro associazione nel 2017, grazie ai fondi di “democrazia partecipata”. Precisando che essa rappresentava non solo un arredo urbano, ma un simbolo condiviso di legalità, memoria e impegno civile. TP24 se ne era occupata nel lontano 2016 (https://www.tp24.it/2016/06/29/antimafia/salemi-consegnate-le-firme-per-intitolare-una-piazza-a-peppino-impastato/101378)

La panchina”- hanno aggiunto- , “era stata successivamente dipinta di rosso dalla FIDAPA di Salemi, diventando un forte simbolo contro la violenza sulle donne. Condanniamo con fermezza il gesto non solo come atto vandalico, ma anche come profonda mancanza di rispetto nei confronti del significato che quel colore porta con sé: un invito a riflettere, a prendere posizione, a rifiutare ogni forma di violenza. È paradossale e grave che un gesto violento abbia finito per colpire proprio un simbolo dell’antiviolenza.”

A rimarcare la gravità del barbaro episodio hanno definito il piazzale “un punto cardine d’accesso al centro storico, un luogo vissuto quotidianamente da cittadini e visitatori che ospita anche giochi per bambini. È pertanto ancora più doloroso constatare che un episodio di questo tipo sia avvenuto proprio sotto gli occhi dei più piccoli, che dovrebbero trovare in quegli spazi esempi positivi di rispetto e convivenza civile. La distruzione di un bene comune, soprattutto in un luogo così frequentato, trasmette purtroppo un messaggio sbagliato a chi sta crescendo”.

Hanno, infine, auspicato che non venga minimizzato e che possa invece diventare occasione per rafforzare il senso civico della comunità e l’educazione al rispetto dei beni comuni.

Sorprendentemente, l’unica formazione politica a prendere ufficialmente posizione sull’ inqualificabile fattaccio e’ stata Fratelli d’Italia.

La nuova segretaria Paola Agueci. in una sua nota stampa, ha espresso il timore che, nonostante che l’atto vandalico “abbia suscitato indignazione in molti cittadini che hanno manifestato sdegno e delusione c’e’ il pericolo che l’attenzione rischia di restare superficiale, come spesso accade”.

Secondo la rappresentante del partito della Meloni, “questo atto vandalico non è soltanto la distruzione di una panchina, perché non è avvenuto in un luogo qualunque: il fatto è accaduto nello spiazzale dedicato a Peppino Impastato, figura simbolo della lotta alla mafia, nel cuore della centralissima Piazza Libertà”.


 

Per la dirigente di Fratelli d’Italia il luogo che “doveva rappresentare memoria, impegno civile e speranza, rafforzato anche dalla gigantografia del volto di Peppino installata dall’associazione a lui intitolata, nella realtà lo spiazzale versa da anni in condizioni di abbandono: incuria, degrado, buio, bottiglie rotte, episodi di bivacco, risse e spaccio. Una situazione che stride profondamente con ciò che questo spazio avrebbe dovuto incarnare.”

Rivolgendo indirettamente una severa critica alle amministrazioni succedutesi negli ultimi anni, ha rilevato che “nemmeno il progetto di “riqualificazione” avviato dall’amministrazione nel 2020 – che prevedeva un piccolo parco giochi – è riuscito a ridare dignità all’area, nonostante la presenza della videosorveglianza. Lo spiazzale è rimasto privo di cura e attenzioni, in totale contrasto con il valore simbolico dei nomi che porta”.

Accuse pesanti, come si vede. Per poi proseguire ponendo retoricamente la domanda: “cosa direbbe Giovanni Impastato, presente nel 2017 alla cerimonia di intitolazione del piazzale?” e rispondere, dicendo: “resterebbe deluso nel vedere come la memoria del fratello sia stata progressivamente trascurata”.

Ed infine, ironicamente concludere ”Con l’avvicinarsi del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Panchina Rossa verrà probabilmente ripristinata. Ma questo non può bastare. Occorre invece restituire dignità a quel luogo migliorando l’illuminazione, aumentando la vigilanza, promuovendo iniziative culturali che lo rendano vivo e frequentato”.

Di episodi simili, purtroppo se ne registrano tanti e ad ogni latitudine, al nord come al sud. 

Si tratta di atti orribili che non necessariamente sono compiuti da persone intrinsecamente malvagie. Spesso si tratta di individui comuni privi di una coscienza critica ( ce ne sono tantissimi, se li abbiamo accanto non ce ne accorgiamo). La “banalità del male", la chiama Hannah Arendt nel suo famoso saggio. Persone "normali" spinte a compiere atrocità per mancanza di consapevolezza. 


 

Alcuni non hanno perso l’occasione per esternare la propria incontenibile xenofobia e avversione per tutto ciò che è straniero, per attribuire l’episodio alla presenza in città di giovani africani. 

Altri ancora l’hanno derubricata alla classica “bravata” dei soliti euforici ragazzi in preda ai fumi di varia natura. 

Ma ci sono due indizi, secondo noi, da non trascurare e che farebbero pensare a qualcosa di piu’ mirato. Ma potemmo sbagliarci.

Il primo dei quali riguarda il murale dedicato a Marisa Leo, la giovane donna salemitana brutalmente massacrata dal proprio compagno. Realizzato nell’agosto del 2024 dall’artista trapanese Piergiorgio Leonforte su una delle facciate del Centro Kim con il sostegno dell’Associazione Peppino Impastato. Ebbene, appena un anno dopo, lo scorso luglio il murale e’ stato violato e deturpato da una mano anonima. Ai soci dell’Associazione non rimase altro da fare che richiamare il pittore Leonforte per un pronto restauro dell’opera. Anche se allora si disse che fu una “picciriddata”, bambini terribili. Chiunque possa essere stato, noi vi troviamo uno strano parallelismo con due elementi che ritrovano in entrambi gli episodi: il femminicidio e l’Associazione “Impastato”.

Il secondo indizio lo troviamo ancora piu’ inquietante. 

Su una delle tavole che componevano la panchina fa bella mostra di sé a caratteri cubitali la parola “Fidapa”, impressa con vernice rossa. Anche in questo secondo caso e’ stata avanzata l’ipotesi di una bravata giovanile.

Può darsi. Ma viene difficile immaginare dei giovani euforici, dei “picciutteddi”, in balìa degli effetti di un qualsivoglia tipo di sostanza , andare in giro a vandalizzare portandosi appresso pennelli e vernice rossa. A meno che non fossero impegnati in un’impresa preordinata e quindi l‘esigenza di “firmare” l’atto dimostrativo.

La neo-presidente della Fidapa, Franca Ferro, ci ha anticipato che molto probabilmente il prossimo 25 novembre che, come tutti sanno, e’ la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita in ricordo delle tre sorelle domenicane Mirabal, violentate e uccise nella stessa data del 1960, verra’ installata una nuova Panchina Rossa nello stesso piazzale. 

 

Franco Ciro Lo Re