La Sicilia resta tra le regioni dove smaltire i rifiuti costa di più. Lo conferma il Rapporto 2025 di Cittadinanzattiva, che fotografa una situazione ben lontana dagli standard nazionali: una famiglia siciliana paga in media 402 euro l’anno, circa 60 euro in più rispetto alla media italiana (340 euro). E nonostante un lieve aumento della raccolta differenziata, la Sicilia continua a inseguire il resto del Paese.
Sicilia: tariffe alte, differenziata ancora bassa
Nel 2024 la spesa media era di 390 euro: l’aumento del 2025 (+3,1%) porta l’isola sul podio delle regioni più costose, dopo Puglia (445 €) e Campania (418 €).
Sul fronte della raccolta differenziata, la Sicilia arriva al 55,2%, ben sotto la media nazionale del 66,6%. Dati che confermano il cronico ritardo dell’isola, aggravato da impianti insufficienti e cicliche emergenze territoriali.
Trapani: la Tari supera la media siciliana
Tra i capoluoghi siciliani, Trapani è tra quelli dove si paga di più: 463 euro l’anno, in aumento rispetto ai 453 euro del 2024 (+2,3%).
Il dato colloca la città nella fascia alta delle tariffe regionali, dietro solo ad Agrigento (456 € → 456 €?), Siracusa e soprattutto Catania, che con 602 euro è il capoluogo più caro d’Italia.
Eppure, proprio Trapani registra uno dei risultati migliori in Sicilia sulla differenziata: 67,3%, un dato superiore sia alla media regionale che a quella del Sud. Segno che i cittadini fanno la loro parte, mentre resta alto il peso della gestione complessiva del servizio.
Il confronto con gli altri capoluoghi siciliani
Le tariffe più alte si registrano a:
- Catania: 602 €
- Agrigento: 456 €
- Trapani: 463 €
Quelle più basse a:
- Enna: 278 €
- Messina: 331 €
- Caltanissetta: 337 €
Ma anche sul fronte della raccolta differenziata, l’isola è divisa in due:
- Ragusa (70,8%), Trapani (67,3%) ed Enna (69%) trainano la classifica.
- Palermo (16,9%) e Catania (34,7%) restano tra le peggiori in Italia tra i capoluoghi.
Un servizio che costa troppo e funziona ancora male
Il dato che emerge è sempre lo stesso: la Sicilia paga di più per un servizio meno efficiente. I costi rimangono alti anche a causa di discariche sature, impianti insufficienti, gestione frammentata e continui ricorsi a soluzioni d’emergenza, che ricadono sulle bollette dei cittadini.
E Trapani, pur mostrando segnali positivi sulla differenziata, rimane dentro una cornice regionale che continua a pesare sulle tasche delle famiglie.