In un territorio come il Trapanese, dove molte imprese sono a conduzione familiare, il legame tra l’azienda e il patrimonio personale dell’imprenditore è spesso molto stretto.
È il caso di Salvatore R., 52 anni, titolare di una storica azienda di trasformazione alimentare che negli ultimi dieci anni ha vissuto una forte espansione: nuovi macchinari, assunzioni e contratti con clienti in tutta Italia.
«Il fatturato andava bene» racconta Salvatore. «Ma proprio perché andava bene, mi rendevo conto che anche i rischi stavano crescendo. Bastava una causa legale o un cliente insolvente per mettere in difficoltà l’azienda e, di conseguenza, la mia famiglia. I soldi rimanevano fermi in azienda e prelevarli significava pagare troppe tasse. Non sapevo come muovermi.»
Il problema: patrimonio “scoperto” e utili bloccati
Molti imprenditori si trovano nella stessa situazione di Salvatore:
- Utili accumulati in azienda che non si vogliono distribuire per evitare una tassazione troppo alta.
- Beni aziendali (immobili, macchinari, attrezzature) intestati alla società operativa e quindi esposti ai rischi dell’attività.
- Nessuna strategia per il passaggio generazionale, con il rischio di conflitti tra eredi e costi fiscali significativi in futuro.
«Avevo la sensazione che, nonostante i numeri positivi, tutto potesse crollare da un giorno all’altro. Questo mi toglieva serenità» spiega Salvatore.
La ricerca di una soluzione
Dopo un confronto con altri imprenditori locali, Salvatore ha deciso di rivolgersi a Studio Bellan, di Giulio Bellan, lo studio di Marsala noto per seguire alcune delle imprese più importanti del Trapanese e per il suo approccio innovativo alla consulenza d’impresa.
«Avevo sentito parlare di holding, ma pensavo fosse una cosa per grandi gruppi o multinazionali. In realtà, mi è stato spiegato che oggi, grazie a una normativa recente, anche un’azienda come la mia può costituire una holding e farlo con costi e imposte molto contenuti.»
Il dott. Bellan e il suo team hanno analizzato la situazione aziendale e proposto una strategia: costituire una holding familiare e trasferirvi liquidità e beni, sfruttando il regime fiscale agevolato (solo l’1,2% di imposta).
Il percorso del dott. Bellan: dalla teoria alla pratica
Il processo ha richiesto alcune fasi fondamentali:
- Analisi patrimoniale per capire quali beni trasferire.
- Valutazione delle partecipazioni e redazione dello statuto.
- Atto notarile di costituzione e conferimento di liquidità e immobili.
- Pianificazione del futuro: definizione delle quote per i figli e regole di governance per prevenire conflitti.
«La parte più impegnativa è stata capire come strutturare lo statuto. Non volevamo solo proteggere i beni, ma anche garantire che l’azienda resti unita e ben gestita in futuro» racconta Salvatore.
I risultati dopo un anno
A distanza di dodici mesi dalla costituzione della holding, Salvatore racconta di aver ritrovato la serenità:
- I beni principali sono ora separati dai rischi della società operativa.
- Gli utili generati ogni anno possono essere spostati nella holding pagando imposte minime.
- La famiglia ha una struttura chiara per il passaggio generazionale, evitando futuri conflitti.
- La holding ha anche consentito di avviare un nuovo progetto di investimento utilizzando parte della liquidità in modo più flessibile.
«Non si tratta solo di pagare meno tasse» conclude Salvatore. «Per me è stato un modo per proteggere il futuro della mia azienda e dei miei figli.»
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