Nuovo giro di arresti nell’inchiesta sulla sanità siciliana che ruota attorno alla figura del commercialista palermitano Antonino Maria Sciacchitano, già ai domiciliari per il primo filone dell’indagine Sorella Sanità bis. Il giudice per le indagini preliminari Cristina Lo Bue ha firmato una nuova ordinanza: cinque persone finiscono ai domiciliari, mentre per altri indagati scattano misure interdittive.
Sciacchitano, ex componente dei collegi sindacali dell’Asp 6 e dell’Arnas Civico, è stato raggiunto da un’ulteriore misura cautelare dopo gli interrogatori di garanzia del 13 novembre. Davanti al Gip ha negato di aver ricevuto denaro, sostenendo di essersi impegnato solo per agevolare l’arrivo di un macchinario destinato alla Cardiochirurgia del Civico.
Ai domiciliari sono stati posti:
Gaetano Di Giacomo e Massimiliano De Marco, imprenditori che secondo gli inquirenti avrebbero versato denaro per ottenere un vantaggio nella gara dell’Arnas Civico sulla sterilizzazione del materiale chirurgico;
Catello Cacace, imprenditore campano già coinvolto nel primo filone dell’inchiesta;
Umberto Perillo, legato alle forniture contestate alla società Svas Biosana.
Per Alba Cristodaro, responsabile unico del procedimento nella gara attenzionata dalla Procura, il Gip ha disposto un anno di interdizione dai pubblici uffici, respingendo però la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai magistrati.
Continua così a allargarsi il perimetro dell’indagine che, tra presunti accordi illeciti, pressioni e favori, sta ridisegnando una rete di responsabilità nel sistema sanitario siciliano, già scosso dal primo filone che aveva portato a numerose misure cautelari.