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02/12/2025 15:05:00

La Vardera e i 300mila euro al Trapani Calcio: "Antonini e Schifani chiariscano"

Il caso del finanziamento da 300mila euro della Regione Siciliana al Trapani Calcio non accenna a spegnersi. Dopo la conferma dell’indagine da parte della Corte dei Conti, a intervenire è ancora una volta Ismaele La Vardera, deputato regionale e leader del movimento Controcorrente.

In una nota inviata alla stampa, La Vardera sottolinea come le indagini confermino i dubbi sollevati mesi fa:

“Avevamo ragione, ancora una volta. La notizia che la Corte dei Conti ha avviato delle indagini su quei contributi di 300 mila euro dati al Trapani Calcio, società di Antonini che vede al suo interno come consulente il figlio di Renato Schifani, non fa altro che confermare i nostri dubbi”.

Il deputato punta il dito su quello che definisce un intervento mai rivendicato da nessun parlamentare, e che per questo andrebbe attribuito politicamente al governo regionale in carica all’epoca, cioè quello presieduto da Schifani:

“Nessuno all’interno del Palazzo, ad oggi e a distanza di anni, ha rivendicato quell’intervento. E questo significa che a volerlo è stato il governo regionale, e cioè Schifani in persona”.

La Vardera lancia quindi un messaggio diretto a Valerio Antonini, presidente del Trapani Calcio, chiedendogli di spiegare pubblicamente:

“Antonini chiarisca a tutti i siciliani la posizione di Schifani e dei 300 mila euro che lui ha ricevuto, e che altre società nella stessa categoria non hanno visto neanche col binocolo”.

Il deputato precisa di non essere contro l’impresa, ma contro l’uso disinvolto di fondi pubblici:

“Sia chiaro, io ho stima per tutti gli imprenditori che decidono ogni giorno di rimanere e fare impresa in Sicilia, e so anche che il patron granata ha portato lavoro e ricchezza in una comunità come Trapani. Ma le regole, quando si tratta di soldi pubblici, devono essere trasparenti e uguali per tutti. E in questo caso le ombre sono tante, e vanno chiarite, perché si tratta di soldi di tutti i cittadini siciliani”.

La vicenda è stata portata alla luce da Tp24 con una lunga inchiesta documentata, ripresa da diverse testate nazionali e che ha spinto la magistratura contabile ad aprire un’indagine.