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19/12/2025 19:27:00

Liberty Lines, il Riesame annulla le misure cautelari coercitive

Colpo di scena nell’inchiesta che coinvolge la compagnia di navigazione Liberty Lines.
Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato tutte le misure cautelari coercitive disposte dal Gip di Trapani nei confronti dei dirigenti della società armatoriale, facendo cadere il divieto di dimora nei comuni di Trapani e Milazzo per tutti gli indagati che avevano presentato ricorso.

Resta al momento sospesa la posizione di Nunzio Formica, per il quale l’udienza davanti al Riesame è fissata per lunedì. Solo dopo quella data il quadro cautelare sarà definitivamente completo.

La decisione arriva al termine di una settimana di udienze a Palermo, durante le quali il collegio del Riesame ha esaminato i sette ricorsi presentati dalle difese contro l’ordinanza del Gip Massimo Corleo.

 

Cosa ha deciso il Riesame

 

Secondo quanto emerge, il Tribunale del Riesame ha ritenuto non sufficientemente attuali o concrete le esigenze cautelari alla base delle misure coercitive, pur in presenza di un’indagine ancora in corso e di un quadro accusatorio che resta formalmente intatto.

In sostanza:

  • annullato il divieto di dimora a Trapani e Milazzo per tutti i ricorrenti
  • restano in piedi (almeno per ora) gli altri aspetti del procedimento, compreso il sequestro societario
  • nessuna pronuncia di merito sui reati contestati, che restano oggetto delle indagini preliminari

Il Riesame non entra infatti nel merito della colpevolezza o innocenza, ma valuta esclusivamente la legittimità e la necessità delle misure cautelari.

 

Le udienze a Palermo e la linea delle difese

 

Le udienze si sono aperte nei giorni scorsi a Palermo.
Gli avvocati degli indagati hanno depositato copiosa documentazione, memorie difensive e relazioni tecniche, contestando punto per punto l’impianto cautelare.

In particolare, le difese hanno sostenuto che:

  • le presunte avarie erano note e gestite secondo le procedure previste
  • non vi sarebbe stato alcun pericolo attuale di reiterazione dei reati
  • molte contestazioni si riferiscono a fatti risalenti nel tempo (2021–2022)
  • la gestione dell’azienda è oggi totalmente diversa, anche per effetto del sequestro e dell’amministrazione giudiziaria

Un passaggio centrale delle discussioni ha riguardato proprio la sicurezza della navigazione e il tema delle avarie. Le difese hanno insistito sul fatto che, se davvero vi fossero state condizioni tali da imporre lo stop immediato dei mezzi, questi sarebbero stati fermati dagli enti di controllo.

 

Il contesto: l’inchiesta e le accuse

 

L’inchiesta della Procura di Trapani e della Guardia di Finanza resta comunque di enorme portata.
Riguarda presunte avarie taciute, omissioni nei protocolli di sicurezza, frode nell’esecuzione di un servizio pubblico, truffa ai danni dello Stato e corruzione, con riferimento ai collegamenti marittimi con le isole minori.

Secondo l’accusa, tra il 2021 e il 2022 sarebbero state occultate decine di avarie su aliscafi e unità veloci, mantenendo in servizio mezzi che avrebbero dovuto essere fermati.
Le intercettazioni  parlano di generatori in avaria, fumo in sala macchine, rischi di incendio e della necessità di “contenere” l’impatto mediatico degli incidenti.

 

Resta il sequestro da 184 milioni

 

L’annullamento delle misure coercitive non incide sul sequestro preventivo del compendio aziendale della Liberty Lines, del valore di circa 184 milioni di euro.

La compagnia continua a operare sotto la guida dei tre amministratori giudiziari nominati dalla Procura.

 

Come sempre, per tutti gli indagati vale la presunzione di innocenza.

Una cosa però è certa: la vicenda Liberty Lines continua a essere una delle inchieste più rilevanti degli ultimi anni in Sicilia, perché tocca sicurezza, servizi essenziali, fondi pubblici e controlli istituzionali. E il capitolo giudiziario è tutt’altro che chiuso.