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26/12/2025 06:00:00

Cosa c'è nella manovra di bilancio del governo Meloni

E’ stata approvata la Manovra di Bilancio nazionale. Irpef e più tasse indirette, sanità e famiglie, imprese e pensioni: sono questi i principali capitoli del provvedimento.

La riduzione dell’Irpef è uno degli interventi simbolo della nuova legge di Bilancio, con l’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. L’esecutivo è intervenuto sulla seconda aliquota, che scende dal 35 al 33 per cento per i redditi fino a 50 mila euro. Contestualmente viene rimodulato il sistema delle detrazioni per i redditi superiori ai 200 mila euro. Il costo complessivo della misura è di circa 3 miliardi di euro. L’impatto stimato in busta paga varia da un minimo di 30 euro fino a un massimo di 440 euro all’anno, a seconda del reddito. I beneficiari complessivi sono circa 13,6 milioni di contribuenti.

Isee più favorevole sulla prima casa, ma non per tutti i servizi
Tra le altre misure di rilievo c’è la revisione dell’Isee, con criteri più favorevoli per la prima casa. Le modifiche approvate escludono in parte il valore dell’abitazione principale dal calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente. In origine la franchigia era stata portata da 52 mila a 91.500 euro, ma in extremis è stata elevata fino a 200 mila euro per gli immobili situati nelle grandi città.
L’agevolazione, però, non vale per tutti i servizi. Si applica solo ai principali bonus statali, come l’assegno unico, l’assegno di inclusione, i bonus per i neonati, i buoni per gli asili nido e gli incentivi alla formazione. Restano invece escluse le agevolazioni comunali: per mense e asili gestiti dagli enti locali l’Isee continuerà a essere calcolato con la vecchia franchigia di 52 mila euro.

Sanità: più fondi, ma il peso sul Pil diminuisce
Il capitolo sanità è uno dei più contestati. La legge di Bilancio prevede un incremento delle risorse per il Fondo sanitario nazionale: 2,38 miliardi nel 2026, 2,6 miliardi nel 2027 e altri 2,6 miliardi dal 2028. In totale, nel triennio, l’aumento è di 7,7 miliardi di euro.
Nonostante ciò, la spesa sanitaria in rapporto al Pil è destinata a diminuire, passando al 6,1 per cento nel 2026 e al 5,9 per cento nel 2028. Una dinamica che alimenta le critiche dell’opposizione e dei sindacati dei medici. Tra i punti più controversi c’è il taglio di 140 milioni al fondo per i farmaci innovativi, compensato solo in parte dall’aumento dello 0,1 per cento della spesa per i farmaci ospedalieri.
Sul fronte della prevenzione, invece, arrivano nuovi stanziamenti: 238 milioni in più dal prossimo anno per ampliare l’accesso ai test diagnostici, risorse per i test genomici sul carcinoma mammario, un fondo per gli screening neonatali, interventi per la diagnosi precoce del Parkinson, il rafforzamento della profilassi contro l’Hiv e un fondo da 2 milioni l’anno per la prevenzione dell’obesità adolescenziale.

Rottamazione delle cartelle: nove anni per saldare i debiti
Torna la rottamazione delle cartelle esattoriali, una delle misure bandiera della Lega. La nuova sanatoria consente di estinguere i debiti con il fisco maturati tra il 2000 e il 2023 pagando in 54 rate bimestrali, con un importo minimo di 100 euro. Il debito potrà essere saldato in nove anni, con un tasso di interesse ridotto dal 4 al 3 per cento. La domanda dovrà essere presentata entro aprile del prossimo anno, mentre il primo pagamento scatterà a luglio 2026. Secondo le stime, la misura porterà un gettito di circa 9 miliardi di euro tra il 2026 e il 2036. Il beneficio decade in caso di mancato pagamento di due rate, anche non consecutive. La definizione agevolata riguarda solo gli avvisi bonari e non gli accertamenti fiscali.

Imprese, Zes e Transizione 4.0
Nel maxi emendamento finale il governo ha rifinanziato il credito d’imposta Transizione 4.0 con 1,3 miliardi di euro e stanziato 532 milioni per le imprese che hanno fatto richiesta del credito Zes. Sono state inoltre rafforzate le agevolazioni per agricoltura, pesca e acquacoltura. L’iperammortamento per gli investimenti in beni tecnologici e digitali viene prorogato fino al 30 settembre 2028, con maggiorazioni che arrivano fino al 180 per cento per investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Confermate le proroghe della plastic tax e della sugar tax.

Aumenti contrattuali e premi di produttività meno tassati
La maggioranza ha approvato la detassazione degli aumenti contrattuali. Gli incrementi di stipendio saranno tassati al 5 per cento per i redditi fino a 33 mila euro. La misura vale per i contratti rinnovati nel 2024, 2025 e 2026.
In manovra entra anche la detassazione dei premi di produttività, con un’aliquota ridotta all’1 per cento.

Una parte consistente della manovra è coperta da veri tagli alla spesa pubblica. I ministeri vedono ridursi i residui passivi, ovvero le risorse stanziate ma mai spese. Nel triennio vengono cancellati o rinviati complessivamente 10,4 miliardi di euro. Tra i casi più emblematici c’è il Ponte sullo Stretto di Messina: a fronte dei ritardi nell’avvio dei cantieri, il governo ha rinviato di un anno quasi un miliardo di euro già stanziato. Risparmi arrivano anche dalla riprogrammazione dei fondi Pnrr e dal rinvio di risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione.

Nuove tasse per sostenere la manovra
A sostenere i conti arrivano anche nuove imposte. Raddoppia la Tobin tax sulle transazioni finanziarie, che passa dallo 0,1 allo 0,2 per cento, garantendo 350 milioni di euro di gettito aggiuntivo. Stretta sugli affitti brevi: la cedolare secca dalla seconda casa sale al 26 per cento e scatta l’obbligo di partita Iva per chi gestisce tre o più immobili. Aumentano inoltre le accise su sigarette e gasolio, alcune imposte sulle assicurazioni Rc auto e viene introdotta una tassa di 2 euro sui pacchi provenienti da Paesi extra Ue di valore inferiore a 150 euro.

Pensioni: piccoli ritocchi, nessuna riforma strutturale
Sul fronte previdenziale è stato approvato l’adeguamento all’aspettativa di vita: l’età pensionabile salirà a 67 anni e un mese dal 2027 e a 67 anni e tre mesi nel 2028. Non è invece passata una stretta più incisiva, bloccata dalle resistenze politiche. Nonostante le critiche alla legge Fornero, il governo continua di fatto a muoversi lungo quel tracciato, riducendo ulteriormente le possibilità di uscita anticipata: stop a opzione donna, al cumulo con il Tfr e agli incentivi per i lavoratori precoci.

Autonomi e imprese: dal 2026 scatta l’acconto obbligatorio sulle fatture
A partire dal 2026, nelle fatture emesse tra aziende e professionisti – quindi nei rapporti che non riguardano i privati – sarà obbligatorio applicare una ritenuta d’acconto dell’1 per cento da versare direttamente all’erario.
In pratica si tratta di un anticipo sulle imposte che normalmente vengono pagate con la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Non è una nuova tassa, ma un meccanismo che anticipa il momento del versamento. Dal punto di vista dei conti pubblici, però, l’effetto è rilevante: solo nel 2026 lo Stato incasserà circa 1,3 miliardi di euro in più. La misura ha anche un obiettivo dichiarato di contrasto all’evasione fiscale: l’1 per cento trattenuto sulle fatture diventa infatti uno strumento di tracciabilità, utile a recuperare le imposte dovute su ogni parcella e a limitare le frodi legate all’emissione di fatture inesistenti.