Dall’aeroporto militare di Birgi, è decollato nelle scorse ore un aereo spia della NATO, un Boeing E-3A Sentry con matricola LX-90448 e nominativo operativo NATO05. Il velivolo ha seguito una rotta notturna verso est, attraversando Austria e Repubblica Ceca, per poi raggiungere la Polonia, dove ha iniziato una lunga attività di sorveglianza senza rientrare immediatamente in Italia. Un dettaglio tutt’altro che secondario: il decollo da Trapani è avvenuto tra venerdì e sabato, proprio mentre Russia lanciava uno dei raid più pesanti degli ultimi mesi contro Ucraina, colpendo in particolare Kiev.
Il Boeing E-3A Sentry è uno dei pilastri del sistema di allerta precoce dell’Alleanza Atlantica. Dotato di un radar rotante montato sulla fusoliera, è in grado di controllare vastissime porzioni di spazio aereo, individuare movimenti di velivoli militari e coordinare operazioni complesse in tempo reale. Non si tratta, dunque, di un semplice volo di trasferimento, ma di una missione che si inserisce pienamente nella strategia di deterrenza e sorveglianza Nato sul fianco orientale, in una fase di particolare escalation del conflitto russo-ucraino.
Il fatto che questo aereo sia partito proprio da Birgi non è casuale. L’aeroporto militare trapanese, già base strategica nel Mediterraneo, sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle strategie di difesa occidentali. Nelle scorse settimane, Tp24 ha raccontato come Birgi sia indicato come uno dei nodi del piano di riarmo del governo Meloni, anche in relazione alla futura scuola di addestramento per i caccia F-35. Il decollo di un aereo spia diretto verso l’Europa orientale rafforza questa lettura: la Sicilia, e in particolare la provincia di Trapani, non è più solo retrovia logistica, ma parte attiva dell’architettura militare Nato.
C’è poi l’aspetto politico e simbolico. Sapere che da un aeroporto siciliano parte un velivolo che si inserisce direttamente nel contesto del conflitto tra Russia e Ucraina provoca inevitabilmente interrogativi. Qual è il livello di coinvolgimento reale del nostro Paese? Quali conseguenze può avere, in termini di sicurezza e di esposizione internazionale, il rafforzamento di Birgi come piattaforma militare strategica? Domande legittime, soprattutto in un territorio che convive da decenni con una forte presenza militare, ma che oggi vede quella presenza intrecciarsi sempre più con uno dei conflitti più delicati e pericolosi del nostro tempo.
Il volo del Boeing E-3A Sentry non cambia da solo gli equilibri geopolitici, ma è un segnale chiaro. Racconta di una Nato che intensifica la sorveglianza mentre Mosca colpisce, di un Mediterraneo che resta centrale nelle strategie occidentali e di una Sicilia che, ancora una volta, si ritrova crocevia di dinamiche globali. Con tutto il carico di responsabilità, rischi e interrogativi che questo comporta.