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30/12/2025 09:28:00

Maxi truffa sulla formazione. Chiesto il processo per Papania, Chianetta, Rocca e altri

Nuovi sviluppi nell’inchiesta della Procura di Trapani sulla presunta maxi truffa legata ai fondi europei per la formazione professionale. I magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex senatore alcamese Nino Papania e per altre 11 persone, oltre a chiamare in causa tre enti di formazione per responsabilità amministrativa. L’udienza preliminare è fissata per febbraio davanti al Gup Samuele Corso.

 

L’indagine nasce da un’inchiesta avviata dalla Procura europea di Palermo e successivamente confluita, per competenza, anche a Trapani. Al centro ci sarebbe un sistema organizzato che avrebbe dirottato milioni di euro di fondi pubblici destinati alla formazione verso finalità ben diverse: arricchimenti personali, pagamenti per prestazioni mai svolte e il finanziamento occulto del movimento politico “Via”, fondato nel 2020 e riconducibile, secondo l’accusa, allo stesso Papania.

I reati contestati, a vario titolo, sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata alla truffa, malversazione, riciclaggio, autoriciclaggio e voto di scambio. Per i magistrati, Papania sarebbe stato il perno dell’intero sistema, indicato come il “dominus” di una vera e propria rete di potere.

 

L’accusa di associazione a delinquere riguarda, oltre all’ex senatore, anche Ignazio Chianetta, Angelo Rocca, Filippo Tilotta, Manfredi Vitello, Mario Castelli e Davide Piccichè, autista di Papania. Per alcuni di loro si aggiungono le contestazioni di truffa e malversazione, mentre il voto di scambio viene attribuito a Papania, Rocca e Daniele Liotta. Riciclaggio e autoriciclaggio sono contestati, a vario titolo, anche ad altri indagati.

 

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, il flusso di denaro illecito supererebbe gli 8 milioni di euro. Fondi che sarebbero stati drenati attraverso corsi di formazione mai svolti o solo formalmente attivati. Parte di queste risorse, sempre secondo l’accusa, sarebbe servita a costruire consenso politico, sostenere campagne elettorali e alimentare il movimento Via, anche in vista delle Regionali del 2022.

Tra gli episodi contestati figurano pagamenti per incarichi fittizi, assunzioni considerate strumentali e contributi a soggetti che avrebbero avuto il compito di “ripulire” il denaro. I finanzieri parlano anche di somme finite ad associazioni sportive e di spese personali non giustificate, oltre che di risorse utilizzate per sostenere direttamente o indirettamente candidati e referenti politici sul territorio.

Nel procedimento sono coinvolti anche tre enti di formazione – Cesifop, Ires e l’associazione Tai – chiamati a rispondere per la responsabilità amministrativa degli illeciti contestati. In particolare, il Cesifop viene indicato come uno snodo centrale del sistema, utilizzato, secondo l’accusa, come bacino di assunzioni e strumento di fidelizzazione politica.

 

Papania, intanto, si trova già agli arresti domiciliari per un altro procedimento che lo vede imputato per voto di scambio politico-mafioso. Con la richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura di Trapani, il quadro giudiziario attorno all’ex senatore si aggrava ulteriormente. Ora la parola passa al giudice dell’udienza preliminare.