In fuga dopo la sua scarcerazione il falso pentito Vincenzo Scarantino
È uscito dal carcere ed è sparito, con il terrore di essere braccato dalla mafia ma anche da quegli apparati deviati dello Stato che lo avrebbero utilizzato.
È uscito dal carcere ed è sparito, con il terrore di essere braccato dalla mafia ma anche da quegli apparati deviati dello Stato che lo avrebbero utilizzato.
In sei sono stati scarcerati fra giovedì e venerdì, perché nulla avevano a che fare con la strage Borsellino, ma già da mesi altri sette - e probabilmente anche qualcuno in più - sono indagati dalla Procura di Caltanissetta con l'accusa di aver organizzato ed eseguito l'eccidio del 19 luglio 1992.
Un appello "rivolto a tutti", sia ai boss mafiosi che ai rappresentanti delle istituzioni "per accertare finalmente la verita' sulle stragi del '92" in cui furono uccisi i giudici Falcone e Borsellino e otto agenti della scorta e' stato dal Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso.
12,44 - Stanno arrivando alla spicciolata a Palermo i sei scarcerati della strage di via D'Amelio.
“Ci siamo sempre più convinti, perché ci sono risultanze che lo dicono, che la trattativa vi fu, e che andò avanti un passo alla volta”.
"Ci sono altre persone che sono corresponsabili della strage e che non sono state ancora condannate".
Giovanni Brusca è stato sentito per la terza volta al processo che vede alla sbarra il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, entrambi accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra per la mancata cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano.
"Mancino chiamò Paolo per dirgli di fermare le indagini, dato che era in corso una trattativa con la mafia", sostiene il fratello del magistrato ammazzato nel luglio del '92.
"Il clima e' quello del 1992. Si respira la stessa aria con la politica in cerca di nuovi equilibri come allora e temo anche per la vita dei magistrati". E' quanto dice
Si riapre il processo per la strage di via D'Amelio nella quale furono uccisi il 19 luglio 1992 Paolo Borsellino e gli uomini della scorta.
Ad uccidere il giudica Paolo Borsellino nella strage di via d'Amelio del 29 luglio del '92 "non fu solo Cosa nostra".
Oggi prende la parola, a Firenze, la difesa di Francesco Tagliavia, al processo che vede il boss mafioso imputato come coautore, organizzatore (e non come ideatore) delle stragi del 1993.
16,00 - Berlusconi e dell'Utri come mandanti esterni delle stragi di mafia non c'entravano nulla".
"Negli anni in cui fui ministro della Giustizia vi furono boss di prima grandezza che offrirono allo Stato la possibilita' di dissociarsi dalla mafia, di arrendersi allo Stato, a patto che avessero avuto una contropartita. Ma io, e non solo io, ritenni che con la...