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Cultura

Libri. A Castelvetrano si presenta "Pensare l'Italia" di Giovanni Gentile, curato da Marcello Veneziani

Teatro Selinus - Castelvetrano 91022 Castelvetrano
31/10/2013 - 31/10/2013

Verrà presentato a Castelvetrano giovedì 31 ottobre, presso il teatro Selinus, alle ore 17.00, il volume Pensare l’Italia, un’antologia di scritti del filosofo Giovanni Gentile, ideata e curata da Marcello Veneziani, che si terrà  a cura del Centro Internazionale di Cultura Filosofica “Giovanni Gentile”. Saranno presenti l’Autore e Tommaso Romano, Vicepresidente dell’Istituto Siciliano di Studi Storico Politici Economici (ISSPE) e della Fondazione “Ignazio Buttitta”.

Marcello Veneziani – filosofo di formazione, saggista ed editorialista de “Il Giornale” –, ha fondato i settimanali “L’Italia” e “Lo Stato”. È autore, tra l’altro, di Processo all’Occidente (Milano 1990), La rivoluzione conservatrice in Italia (Milano 19942 1995), L’Antinovecento (Milano 1996), 68 pensieri sul ‘68 (Firenze 1998), Il secolo sterminato (Milano 1998), Il segreto del viandante (Milano 2003), I vinti (Milano 2004), La cultura della destra (Roma-Bari 20072 sconfitta delle idee (Roma-Bari 2005), La sposa invisibile (Roma 2006), Contro i barbari. La civiltà e i suoi nemici interni ed esterni (Milano 2006), Comunitari o liberal. La prossima alternativa? (Roma-Bari 2006), Sinistra e Destra, Di padre in figlio. Elogio della Tradizione (Roma-Bari 2002), LaDalla quarta di copertina di Pensare l’Italia: Giovanni Gentile fu l’ultimo grande filosofo a pensare l’Italia e nel pensiero trovò l’anima, il destino e la missione d’Italia. Il suo fu l’ultimo poderoso tentativo di pensare l’Italia attraverso una teologia civile, nel solco di Vico, una riforma religiosa applicata alla politica e una religione civile legata allo spiritualismo politico e al pensiero nazionale. I precursori dell’Unità d’Italia li chiama infatti profeti, a partire da Dante; il Risorgimento lo vede come la Resurrezione dell’Italia, inteso mazzinianamente come missione fondata sulla religione della patria e percorsa dal giobertiano primato morale e civile, ma anche filosofico e culturale, italiano. Nelle pagine scelte da Veneziani si ricompone la filosofia civile di Gentile, che fu sintesi della tradizione teorica, storica e letteraria nazionale, il suo idealismo dopo Marx, il suo Stato Etico, il ruolo della scuola e la missione educativa, il rapporto con la Tradizione, la Religione e il Risorgimento, con Dante e Leopardi, con la guerra e il fascismo, l’umanesimo del lavoro e lo spiritualismo comunitario. Dall’antologia gentiliana emerge un pensiero eroico e fiducioso, fino alla morte. «Con Giovanni Gentile – scrive Veneziani nel suo saggio introduttivo – finì la grande filosofia italiana. Dopo di lui o non fu grande, o non fu vera filosofia, o non fu italiana. Dopo Gentile il pensiero non ebbe più fiducia in se stesso, si risolse nella razionale o irrazionale disperazione o si occupò di linguaggi e procedure. Da qui la grandiosa inattualità di Gentile». 

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