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29/04/2021 07:18:00

Violenza sessuale di gruppo: arrestati quattro giovani a Campobello di Mazara. I particolari 

15,00 -  E' un giorno agitato la domenica in cui la giovane di Campobello di Mazara decide di denunciare i cinque giovani che l'hanno violentata. Dalle carte dell'inchiesta emerge infatti un particolare. Ovvero che dai Carabinieri, subito dopo che la ragazza, senza voce per le urla della sera prima, e ancora scossa, ha fatto la sua denuncia, grazie all'aiuto del fratello e dell'amica, si presenta il padre. Per dire cosa? Che sua figlia sta denunciando "fatti non veri", perchè, a suo dire, era ubriaca, e quindi non ha capito nulla. E si presenta dai Carabinieri proprio con i quattro ragazzi nominati dalla figlia per dire al Comandante della stazione che "sono bravi ragazzi". Testuale. E aggiunge che le ferite della figlia non sono per la colluttazione con suoi aggressori, ma sono solo "riconducibili al tentativo dei ragazzi di riportarla a casa", dato che era ubriaca.

I ragazzi, una volta che sono dai Carabinieri, cominciano a dare una loro versione dei fatti: dicono che non erano soli, danno i nomi di gente presente alla "festa" che in realtà non c'era, e rilasciano dichiarazioni definite dal Gip "prive di fondamento e ingannevoli", del tipo : "La ragazza vomitava dappertutto" e "la serata è stata tranquilla senza problemi di nessuna natura" e anzi, è stata la ragazza "a sferrare calci e pugni".

E il padre della ragazza? Torna anche lui dai Carabinieri. Racconta che la notte della violenza ha visto tornare la figlia a casa ubriaca e in stato confusionale, e che la notte stessa la giovane aveva tentato di togliersi la vita con un coltello preso in cucina. Solamente il giorno dopo aveva confessato ai genitori, come abbiamo scritto, quello che aveva subito. Il padre conosceva uno degli "amici" coinvolti. Decideva di incontrarlo a solo. Lui invece si presentava con gli altri giovani, e gli raccontavano che non era vero nulla e che la figlia era solo molto ubriaca. Ecco perchè per lui erano "bravi ragazzi". Ma poi parla di nuovo con la figlia, che vuole ritirare la denuncia, e lui, invece, le spiega che se ritira la denuncia potrebbe essere denunciata dai ragazzi per calunnia.

13,30 -  E' stato anche all'aiuto del fratello che la giovane di 18 anni di Campobello di Mazara ha deciso di denunciare i cinque ragazzi che l'hanno violentata. E' quanto emerge dalle carte dell'inchiesta che stamattina ha portato all'arresto di quattro giovani (per il quinto, minorenne, si procede separatamente).

La giovane ha trovato la forza di raccontare tutto ai genitori grazie al fratello, preoccupato per quello che era successo: doveva andare ad una festa, tornando per le 22, perchè c'era il coprifuoco. Ma la ragazza non tornava a casa ed i genitori erano preoccupati.

Quando il fratello si è insopettito, ha chiamato uno dei ragazzi che sospettava fosse con la giovane, ed è stato anche ingannato. Gli hanno detto che erano insieme, ad una festa, mentre in realtà, in quella casa c'erano solo loro. E solo dopo le insistenze del fratello la povera ragazza è stata "restituita" alla famiglia, intorno alle due, con i genitori svegli e preoccupati, perchè era visiblmente sotto schock.

"Voi non capite" è stato quello che ha detto la ragazza ai genitori, in stato confusionale, prima di crollare nel suo letto. Il giorno dopo si è svegliata tardi, ha visto un film, ha studiato. Poi non ce l'ha fatta più, e al suo fratello, in lacrime, davanti la migliore amica, ha raccontato tutto.

Da lì la scelta di raccontare tutto anche ai genitori, e poi di andare dai Carabinieri, dove, senza voce (la sera prima aveva urlato a squarciagola per tentare di fermare i suoi strupratori) ha raccontato quello che era successo.

11,30 -  E' un contesto desolante di violenza gratuita quello che emerge dalle indagini che oggi hanno portato all'arresto di quattro giovani che, insieme ad un minorenne, hanno violentato per una notte una ragazzina di 18 anni in una casa a Triscina, frazione di Campobello di Mazara. La violenza sessuale di gruppo è avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 Febbraio. La vittima aveva compiuto, tra l'altro, 18 anni da pochi giorni, quando, con la scusa di una festa (nonostante il coprifuoco imposto dalle norme anti Covid) è stata attratta in quella casa.

Dopo la sua denuncia, sono state le intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonchè gli esami dei telefonini sequestrati ai ragazzi, a confermare le sue accuse. E le indagini non si fermano: i Ris di Messina stanno infatti valutando i campioni biologici sul luogo del delitto.

La ragazza ha trovato il coraggio di raccontare ai Carabinieri quanto accaduto: era al primo piano della camera da letto con uno dei giovani, e mentre stavano facendo sesso, improvvisamente il ragazzo che era con lei aveva chiamato il cugino e gli altri amici, che erano rimasti al piano di sotto, ed è stata così costretta a subire "ripetuti atti sessuali" nonostate il suo netto rifiuto.

E' stata attratta con la scusa di una festa a casa di un conoscente. Sono andati a prenderla in auto alle 18. Arrivati a Tre Fontane, nella casa della festa non c'era in realtà nessuno. Hanno cominciato tutti a bere vodka e birra, fino a ubriacarsi. La situazione era sotto controllo fino alle 21 e 30, quando la vittima è stata informata che in realtà le altre ragazze non sarebbero venute. La ragazza ha chiesto allora di essere riaccompagnata a casa. E' andata al bagno per sistemarsi, al primo piano. Uscendo, ha incontrato davanti la porta uno dei ragazzi, che l'ha portata in camera da letto per un rapporto. Ma, mentre erano nudi, lui ha chiamato gli altri, e gli ha detto di salire. L'hanno tenuta per le braccia e l'hanno violentata. "Non riuscivo a divincolarmi dalla presa - racconta lei ai carabinieri ed iniziavo a gridare a squarciagola disperatamente perdendo anche la voce". La ragazza, sotto schock, viene poi riaccompagnata a casa. Grazie ad un'amica e alla famglia il giorno dopo ha il coraggio di denunciare.

09,00  -  Ecco chi sono i quattro giovani arrestati dai Carabinieri di Mazara con l'accusa di aver violentato in gruppo una ragazzina di diciotto anni a Campobello di Mazara. Si tratta di E.B., del 1998, nato a Mazara e residente a Campobello; il marsalese F.B. del 1997; G.T, nato nel 2001, anche lui di Mazara ma residente a Campobello. E infine D.C. nato a Salemi nel 1999 e residente a Campobello.

I primi due sono finiti direttamente in carcere, gli altri due ai domiciliari.

C'è anche minorenne coinvolto. Le sue iniziali sono G.V. e per lui si procede separatamente, proprio perché non ha ancora 18 anni.

I cinque, a Tre Fontane, la località balneare di Campobello di Mazara, hanno violentato all'interno di un'abitazione una ragazza, S.G., dopo averla attratta con l'inganno in quella casa con la scusa di una festa, e dopo averla fatta ubriacare. La ragazza ha prima avuto un rapporto sessuale consensuale con G.T., poi lui umprovvisamente ha fatto entrare in camera E.B., costringendola ad un rapporto sessuale completo con l'altro giovane, contro la sua volontà. Per tutto il tempo della violenza, la povera ragazza ha urlato, ha implorato ai due di smetterla, ha cercato di resistere, tanto da sbattere la testa contro il muro. Il tutto davanti agli altre tre ragazzi, che, consapevoli di quello che sta accadendo, ridevano e insultavano la ragazza. Addirittura poi F.B. tratteneva per le braccia la giovane e la toccava nei genitali.  Il tutto è accaduto a Campobello di Mazara, nella notte tra il 6 e il 7 Febbraio 2021. 

 

07,15 -  I carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo, su disposizione della Procura di Marsala, hanno arrestato quattro giovani, indagati per violenza sessuale di gruppo.

Tutta nasce dalla denuncia di una giovane di 18 anni che ha raccontato di essere stata invitata ad una festa privata con l'inganno e di essere stata abusata dai giovani. 

I quattro arrestati hanno tra i 20 e i 24 anni (per 2 è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per gli altri la custodia cautelare degli arresti domiciliari), e sono ritenuti responsabili del reato di violenza sessuale di gruppo aggravata.

Tutto è cominciato poco più di due mesi fa, quando l’8 febbraio la giovane, una studentessa di appena 18 anni, ha deciso di rompere il silenzio rivolgendosi ai Carabinieri rappresentando che pochi giorni prima era stata invitata ad una festa all’interno di un’abitazione estiva in località Tre Fontane del Comune di Campobello di Mazara. La stessa, rassicurata dalla presenza di due suoi “amici di vecchia data” – (oggi agli arresti domiciliari) e ingannata dagli altri due (attualmente in carcere) poiché convinta che ci sarebbero state altre ragazze, ha accettato di partecipare a quella che sarebbe dovuta essere una semplice “mangiata” tra amici.

Dopo alcuni momenti trascorsi tra musica e alcol la giovane consumava un rapporto sessuale consenziente con uno dei ragazzi all’interno di una stanza posta al piano superiore dell’abitazione.

Tuttavia, pochissimi istanti dopo l’inizio del rapporto, il giovane non esitava ad invitare gli altri amici; sebbene il ripetuto diniego della giovane, i ragazzi agendo secondo la “logica del branco” profittavano della sua inferiorità fisica e psichica che le impediva di resistere. Neppure le urla di aiuto facevano desistere i presunti autori dall’odioso crimine tanto da provocare sul corpo della ragazza lividi e contusioni dovuti ai suoi vani tentativi di sottrarsi alle violenze che proseguivano tra le risate compiaciute di tutti i presenti.

Quella stessa sera avevano inizio le incessanti attività dei militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Marsala che, attraverso l’attivazione di intercettazioni telefoniche e ambientali, la raccolta di sommarie informazioni a caldo delle persone variamente coinvolte nella vicenda e il sequestro degli smartphone degli odierni indagati, hanno permesso di raccogliere molteplici elementi di prova funzionali alla formulazione di un quadro indiziario nei confronti dei quattro giovani arrestati.

Al fine di consentire la genuina prosecuzione delle attività investigative in itinere il GIP del Tribunale di Marsala, condividendo quanto sostenuto dall’accusa, ha inteso adottare misure cautelari che tenessero conto delle diverse condotte degli indagati evidenziando il pericolo di inquinamento probatorio, l’alta probabilità di reiterazione del reato in considerazione della presunta pericolosità sociale e dalla personalità dei giovani accusati - emerse durante la fase preliminare d’indagine.

Al termine delle formalità di rito per i giovani che materialmente abusarono della giovane vittima si sono aperte le porte del Carcere di Trapani mentre gli altri due sono stati posti agli arresti domiciliari.



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