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13/04/2024 06:00:00

"Mio padre, il giudice di Marsala che arrestò Vecchioni. Ecco chi era davvero Salvatore Cassata"

 Egregio direttore di Tp24,

sono l’avv. Luigi Cassata, ho visto il video da TP 24 caricato sotto il titolo “Vecchioni racconta quando fu in carcere a Marsala”, stralcio della trasmissione televisiva “In altre parole” mandata in onda su La7 sabato 6 aprile 2024.

Quale figlio del Giudice Salvatore Cassata, sapevo che prima o poi Roberto Vecchioni, ospite fisso della trasmissione, avrebbe parlato della vicenda sottostante alla canzone “Signor Giudice (un signore così così)” dedicata a mio padre (bellissimo brano musicale, prima delle canzoni del 45 giri intitolato “Robinson come salvarsi la vita”, disco che conservo gelosamente in casa assieme al 33 giri contenente, nel retro, anche l’altra canzone “Lettera da Marsala”).

 


Invero, vedendo ed ascoltato il video, ed in genere sempre, quando leggo o sento parlare della vicenda, sono coinvolto da una serie di sentimenti: felicità, perché si ricorda mio padre e ciò lo si farà per sempre, essendo lui il protagonista di un brano musicale di un grande cantautore; nostalgia, perché non ne posso parlare con papà, scomparso prematuramente nel noto incidente stradale, assieme a mio fratello Nicola, del 18 Agosto 1989; rassegnazione, perché i giornalisti fanno il loro mestiere ed ai loro scritti seguono sui social i commenti del “leone da tastiera” di turno che non ha altro di meglio da fare; rabbia, perché della vicenda, i più conoscono solo la versione “teatrale” , quella da sempre raccontata da Vecchioni e riportata dai mass media.

 

Io ritengo che solo i protagonisti della vicenda, il giovane Marsalese che accusò Vecchioni di avergli ceduto sostanza stupefacente e Vecchioni stesso, conoscano la verità; ritengo che solo coloro che hanno partecipato, in qualsiasi veste, al procedimento penale che scaturì dalla predetta accusa, conoscano l’iter della vicenda giudiziaria da cui ha tratto spunto il Cantautore per scrivere il brano musicale.

Preciso che non intendo parlare di ciò, credo nell’innocenza di Vecchioni perché consacrata in una sentenza passata in giudicato e rispetto il lavoro dei magistrati e degli avvocati che ne sono stati artefici. Ciò che comunque, vorrei dire con questo mio scritto e che vorrei leggano i miei figli, i quali non hanno avuto il piacere di conoscere il nonno, è che sul fatto che il Giudice Salvatore Cassata era un grande uomo e un gran lavoratore, una persona perbene che faceva il proprio dovere, nessuno può nutrire dubbi. Egli come tutti i grandi uomini aveva amici e nemici, godeva di consensi e dissensi; egli, quale Procuratore della Repubblica facente funzioni, ha retto e diretto, da solo, la Procura della Repubblica di Marsala, allorquando il dott. Cesare Terranova fu eletto al Parlamento Nazionale (per questo ha ricevuto encomi); egli è stato capo dell’Ufficio Istruzione presso il Tribunale di Marsala; ha ricoperto importanti altri ruoli fuori sede (Napoli, Agrigento e Sciacca), celebrando, sia quale magistrato giudicante che requirente, delicatissimi processi, anche di Mafia. Coloro che l’hanno conosciuto, amici, colleghi, cancellieri, avvocati, con tutti i difetti che ogni essere umano può avere, lo ricordano con rispetto, stima ed affetto. Era modesto, pretendeva di essere chiamato signor Cassata.

Io lo voglio oggi ricordare così come ritratto in questo scatto che allego alla presente, con la sua pipa in bocca, lo sguardo acuto, mentre rispondeva alla domanda da me formulata in tenera età, sul perché Vecchioni gli avesse dedicato una canzone dal contenuto così ironico… lui, al quale non piaceva parlare del suo lavoro, dopo una boccata di pipa, mi rispondeva in maniera altrettanto ironica: “Vecchioni mi dovrebbe dare i diritti d’autore…”.


Per il loro nonno ai miei figli.

Grazie

Avv. Luigi Cassata