Il presidente del Consiglio comunale di Trapani, Alberto Mazzeo, ha inviato una PEC ai consiglieri assenti alle tre sedute del 22 e 23 ottobre dedicate al caso PalaShark, chiedendo loro di giustificare formalmente le assenze. I consiglieri avranno dieci giorni per rispondere: solo dopo, la conferenza dei capigruppo valuterà se archiviare la questione o procedere. Una mossa che apre un nuovo passaggio politico.
La vicenda nasce dalla richiesta di un elettore che, richiamandosi allo Statuto comunale, ha sollecitato la decadenza dei consiglieri che non hanno partecipato alle sedute convocate per discutere la convenzione del PalaShark e le bollette del palazzetto. In quei giorni l’aula era semideserta: la maggioranza non si è presentata, mentre in aula c’erano l’opposizione, il presidente del Trapani Shark e Trapani Calcio Valerio Antonini e l’ex assessore comunale Emanuele Barbara. Antonini ha rilanciato il tema in diretta social: “Tre assenze senza giustificazione fanno scattare la decadenza”.
Dalla documentazione ufficiale emerge però un quadro più articolato. Quattro consiglieri – Poma, Briale, Braschi e Peralta – avevano inviato una PEC personale motivando l’assenza con problemi di salute, impegni familiari o dissenso politico. Diverso il caso degli altri nove – Genco, Grignano, Carpinteri, Parisi, Daniela Barbara, La Barbera, Patti, Cammareri e Guaiana – che non risultano aver protocollato una giustificazione individuale. La cosiddetta “lettera di maggioranza”, diffusa come comunicato politico, non ha valore giuridico perché non protocollata.
Nel parere richiesto da Mazzeo, il segretario generale Giovanni Panepinto ha precisato che le assenze non possono essere considerate “ingiustificate” quando vengono comunicate o derivano da scelte politiche esplicite. La decadenza, ha ricordato, è un provvedimento eccezionale, da applicare solo in caso di reale disinteresse verso il mandato. Lo confermano anche la giurisprudenza del Consiglio di Stato e le indicazioni del Ministero dell’Interno.
Ora la partita torna ai consiglieri: dieci giorni per spiegare, poi la parola ai capigruppo. Nel frattempo, sull’aula incombe un dossier ancora più pesante: il conto consuntivo 2024, che potrebbe arrivare presto al voto e testare la tenuta della maggioranza.