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14/05/2025 06:00:00

 Marsala, Raduno dei Bersaglieri: il bilancio tra propaganda, retorica e verità

Ma sì, non sottraiamoci allo sport del momento e proviamo anche noi a tirare le somme su questo Raduno Nazionale dei Bersaglieri a Marsala. Presentato dal Sindaco Massimo Grillo con una retorica che neanche all’Eurovision, l’evento è stato salutato come un’occasione storica per la città. Ma lo è davvero stata?

Partiamo da una nota positiva. Anzi, più che positiva: a giudicare da quanto visto nelle settimane precedenti all’evento, dovremmo ospitare un Raduno — non diciamo ogni mese, ma quasi. Abbiamo scoperto che, se si vuole, si può. Si possono completare le opere pubbliche, sistemare le aiuole, addirittura rimettere a nuovo le “balate” del Cassaro. Abbiamo visto operai lavorare anche di notte, come nelle città “normali” d’Italia. Dunque sì, si può fare. E' commovente. Ed è qui che arriva la considerazione amara: questa amministrazione riesce a essere efficiente solo quando è con le spalle al muro, quando c'è da mostrare la vetrina. La riqualificazione del centro in funzione del Raduno lo dimostra chiaramente: le zone “coinvolte” risplendono, quelle escluse — dai quartieri popolari alla periferia — restano in condizioni pietose. E allora, per equità, il prossimo Raduno organizziamolo ad Amabilina...

Seconda considerazione: il Raduno è stato pensato come un grande spot elettorale per il Sindaco Grillo. Un anno fa era convinto che si sarebbe votato a maggio o a ottobre (si voterà invece nel 2026), e ha fatto coincidere l’evento con le celebrazioni garibaldine dell’11 maggio. Un errore macroscopico. Perché se hai visione e capacità di programmazione, distribuisci gli eventi su un periodo più ampio, creando un calendario ricco, non concentri tutto in una sola domenica, in un periodo in cui Marsala è meta già di molte scolaresche. Il "tutto in uno" lo fanno i paesini, i sindaci delle sagre. 

Errore numero due: voler fare tutto l’11 maggio ha comportato la sovrapposizione con il Raduno degli Alpini a Biella, ben più imponente. Morale della favola: Marsala ha avuto poca copertura mediatica, e i big della politica — che Grillo sognava di accogliere per qualche foto opportunity — sono andati tutti dagli Alpini. A noi è toccata Stefania Craxi...

A proposito di organizzazione: solo un sadico, che ignora il corso del sole e le temperature di maggio, poteva piazzare la tribuna d’onore in Piazza della Vittoria rivolta esattamente verso il sole cocente del mattino. Il tutto per ore. Una punizione, più che un onore.

Il Sindaco replicherà che Marsala ha un gran programma di eventi, che c'è una strategia. Ed è vero. I manifesti sono già affissi in città. Ma li avete letti? È un collage confuso di iniziative assemblate in fretta, molte delle quali organizzate da associazioni o soggetti esterni al Comune. Il Festival 38° Parallelo, la rassegna culturale più importante di Marsala, nemmeno citato. Ma c’è spazio, udite udite, per l’“Anniversario azienda Gianquinto”. Autoricambi celebrati come momento clou della stagione culturale marsalese.

E poi veniamo alla parte più importante, quella che fa arricciare davvero il naso. È stato un evento riuscito? Sì, anche bello in certi momenti. Ma è ora di dire basta alla stucchevole, insopportabile retorica con cui il Sindaco Grillo accompagna ogni cosa. Tutto, in questa città, viene trasformato in “evento per la pace”. Dalla posa di una statua al Raduno di un corpo militare. È un abuso retorico che offende chi alla pace crede davvero, e che rischia di svuotare di significato un concetto importante.

Ma come si può parlare di pace in una festa armata? Come si può parlare di pace quando si è espressione di una maggioranza — quella di Fratelli d’Italia — che non ha avuto il coraggio, in questi mesi, di pronunciare una parola di condanna per il massacro di donne e bambini a Gaza? Allora, forse, sarebbe meglio non dire nulla.

E invece no. Il Sindaco non resiste. Non ci riesce. E alla fine della manifestazione, ecco la dichiarazione da “album delle frasi buone per ogni occasione”: “Vogliamo condividere questo progetto con i sindaci d’Italia, perché crediamo che la memoria vada unita all’impegno concreto, per diventare strumento di pace e coesione sociale, per progettare il futuro con la consapevolezza del nostro passato...”.

E via così, in un crescendo di supercazzole che mette insieme tutto e il contrario di tutto. Con una citazione finale al “modello Caivano” promosso da Giorgia Meloni. Sì, proprio così.

Ma il “modello Caivano” — che prevede interventi emergenziali per quartieri ad alto rischio criminalità e degrado — cosa c’entra con Marsala? È questo il punto. Il fatto che il Sindaco Grillo consideri la situazione di alcune aree popolari della città equiparabile a quella di Caivano dimostra quanto sia scollegato dalla realtà.

Diversi osservatori, inoltre, hanno già evidenziato come il “modello Caivano” sia più uno slogan che una strategia strutturale. Si tratta di un pacchetto di misure spot, focalizzate su ordine pubblico e riqualificazione urbana, ma prive di una visione di lungo periodo. È tutto apparenza, poca sostanza. Ma al Sindaco di Marsala basta citarlo, così, come “cornice” del suo programma da vetrina.

Il risultato? Una città che corre, sì, ma solo quando deve farsi bella per una sfilata. Che si riempie di parole solenni, ma resta povera di idee concrete. Un evento riuscito, certo. Ma se dobbiamo trarne un bilancio, è che la città ha bisogno di molto più di una fanfara per rimettersi davvero in marcia.


Giacomo Di Girolamo

P.S. : Infine, dobbiamo parlare dei 300mila euro che, come raccontato da Tp24, il Comune ha dato all'associazione dei Bersaglieri in comode rate da 50mila euro per 6 mesi. Come sono stati spesi quei soldi, chi li ha gestiti e per fare cosa sono domande alle quali il Comune di Marsala deve rispondere con trasparenza e presto. 



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