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22/05/2022 06:00:00

Mazara, le molestie di Bucca: il caso finisce in Parlamento 

 Il caso delle presunte violenze da parte di un arbitro di scherma di Mazara del Vallo nei confronti di un'atleta minorenne arriva in Parlamento.

Ad occuparsene, con il deposito di un'interrogazione parlamentare, il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Santangelo.

I fatti risalgono al 2021, quando durante una manifestazione giovanile di scherma che si è tenuta a Riccione, l'arbitro Emanuele Bucca di Mazara del Vallo si sarebbe reso protagonista di un episodio di molestie sessuali nei confronti di una giovane atleta minorenne.

Su denuncia della presunta vittima, è stata aperta un'inchiesta sulla quale indaga la Procura di Rimini.

Senonché, a inizio aprile 2022, lo stesso arbitro accusato di molestie è stato designato dalla Federscherma per arbitrare una gara della presunta vittima.

La marchiana coincidenza ha scatenato le proteste della famiglia, che però non hanno sortito effetto.

"Ritengo quanto accaduto assolutamente ingiustificabile. La giustizia farà il suo corso e accerterà eventuali responsabilità, ma anche solo il sospetto che possa essersi perpetrato un episodio di violenza nei confronti di un'atleta minorenne avrebbe dovuto indurre la Federscherma a una scelta differente nelle designazioni, visti anche i precedenti sportivi che interessano lo stesso arbitro. Il fenomeno delle violenze e delle molestie nei confronti delle atlete è una vera e propria piaga sociale, che si ripresenta con preoccupante frequenza celandosi spesso si cela dietro un velo di omertà o reticenza. Pertanto, oltre a chiedere come sia stata possibile una tale negligenza nella designazione da parte della Federscherma, ho chiesto anche quali iniziative si intendano assumere per sensibilizzare l'intero mondo dello Sport sull'estrema gravità di tali comportamenti e sull'importanza di dare la forza a chi li subisce di denunciare il proprio aguzzino" ha affermato in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Santangelo.

Questo il testo dell'interrogazione:

da articoli di stampa pubblicati sulla rivista on line "Tp24" in data 27 maggio 2022 si apprende delle presunte molestie sessuali ad opera di un arbitro internazionale di scherma, E. B. di Mazara del Vallo (Trapani), ai danni di un'atleta minorenne. Secondo il racconto della vittima, nei giorni in cui a Riccione (Rimini) si svolgeva un'importante manifestazione giovanile di scherma, l'arbitro, mentre si trovavano in hotel, l'avrebbe baciata, palpeggiata, tentando di aprirle con forza le gambe. Detti episodi sono stati denunciati tramite querela presentata il 2 luglio 2021 a Palermo, sebbene, per competenza territoriale, l'indagine sia oggi in capo alla Procura di Rimini;

poco tempo dopo, il 2 aprile 2022, nel corso di una gara di Coppa Italia regionale assoluta a Santa Venerina (Catania) ad arbitrare la vittima minorenne è stato designato proprio il suo presunto aggressore, B.. Accortasi della marchiana coincidenza, il giorno precedente alla gara, la famiglia della minorenne ha palesato la propria rimostranza scrivendo al presidente della Federscherma, Paolo Azzi, chiedendo l'immediata sospensione dell'arbitro. La risposta, però, è giunta solo tardivamente due giorni più tardi, e riguardava l'asserita inaccoglibilità della richiesta, poiché basata su una generica informazione e il suggerimento di rivolgersi alla Procura del CONI e alla Procura federale. Consiglio immediatamente seguito dalla famiglia in data 5 aprile 2022;

solo in data 22 aprile l'arbitro è stato sospeso sine die dalla Federazione;

a riprova della grave negligenza nella designazione, non poteva non essere noto alla Federazione il precedente riguardante l'arbitro B., destinatario di un provvedimento di sospensione per 30 giorni dalla Federazione italiana di scherma a seguito delle accuse di molestie da parte di una giovane ventenne aspirante arbitro, che aveva raccontato di essere stata invitata dall'arbitro ad appartarsi insieme a lui nella camera dell'hotel in cui soggiornavano. In quell'occasione, sempre secondo il racconto dell'aspirante arbitro, B. avrebbe cercato di convincerla a concedersi a lui offrendo in cambio aiuto per superare gli esami per conseguire la qualifica di arbitro nazionale. Questo caso, però, non risulta essere stato notiziato alla giustizia ordinaria e pertanto è rimasto all'interno della dimensione domestica della Federazione. La giovane ha infatti raccontato l'accaduto al proprio delegato regionale giungendo fino al presidente di Federscherma e a cinque delegati federali concludendosi con una sorta di patteggiamento interno e con la comminazione della risibile sanzione della sospensione di 30 giorni;

da copiosi articoli di stampa emerge pacificamente come il fenomeno della violenza e delle molestie nei confronti di giovani atlete si ripeta con preoccupante frequenza in tutti gli ambiti sportivi e come lo stesso resti nella maggior parte dei casi celato dietro un forte velo di omertà o reticenza;

il preoccupante fenomeno delle molestie sulle atlete appare ancor più evidente dai commenti sui social media, dove le stesse, secondo la ricerca "Social Athletes" condotta da "DAZN" nel 2020, arrivano a manifestarsi nel 22 per cento dei casi, quindi circa un commento su cinque, se il contenuto pubblicato da un'atleta è un selfie o un momento leggero e non legato allo sport,

si chiede di sapere:

se non si ritenga di dovere effettuare verifiche in seno alla Federscherma, al fine di appurare i motivi secondo i quali all'arbitro B. non sia stato impedito di arbitrare nonostante le pesanti accuse di violenza sessuale e il precedente a suo carico;

se non si intenda intervenire in via preventiva al fine di tutelare i tesserati, anticipando la giurisdizione ordinaria, nella scherma e in generale nel mondo dello sport, affinché episodi come quelli descritti vengano scongiurati;

quali iniziative si intenda assumere al fine di sensibilizzare l'intero mondo dello sport, anche tramite l'introduzione di sanzioni esemplari, sulla estrema gravità dei comportamenti violenti o molesti e sull'importanza di denunciare gli stessi anche nel caso in cui si arrestino al mero tentativo.