Quantcast
×
 
 
11/01/2019 06:00:00

Il testamento di De Andrè, vent'anni senza il cantautore anarchico

Quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà”

Il Testamento

L'11 gennaio 1999 all'Istituto dei Tumori di Milano “attraversava l'ultimo vecchio ponte” il cantautore Fabrizio De Andrè, ucciso a soli 58 anni, più da una vita dissoluta che dal tumore ai polmoni.
Anarchico, libertario, poeta, rivoluzionario cantore degli ultimi.
Genovese, proveniente da una famiglia dell'alta borghesia locale (il padre, esponente ligure di spicco del Partito Repubblicano Italiano, era il presidente della notoria azienda saccarifera Eridania), fin da giovane si contraddistinse per un'innata quanto enorme indole verso la ribellione, verso il contenuto piuttosto che verso la confezione, attratto dalla più umana concezione delle cose.
Dopo aver subito molestie sessuali da un prete gesuita del suo istituto scolastico, il giovane Fabrizio si disconnesse progressivamente dall'Alta Società in cui era nato, costruendo una forte identità sociale e filosofica di stampo anarchico. Sociale e filosofica, solo lontanamente politica: corteggiato dagli ambienti della sinistra extra-parlamentare che crescevano floridi negli anni '60 e '70 in tutta Italia, ha sempre rifiutato qualsiasi apparentamento o compromesso di ideologia rimanendone ai margini.

Nel 1961 ad appena ventun anni cominciò la propria carriera musicale, ma la sua carriera non decollò fino al 1967, anno nel quale “La canzone di Marinella”, re-incisa da Mina, fu uno straordinario successo discografico e di critica, facendo incassare all'artista genovese una discreta somma di denaro per i diritti di autore, cosa che lo convinse ad abbandonare la professione di cabarettista sulle navi da crociera intrapresa fin da giovanissimo insieme al concittadino ed amico Paolo Villaggio, anche lui come noto poi artista di rilievo e successo, uno dei più amati comici e caratteristi che scriverà ed impersonerà da lì a breve la maschera del ragioniere Ugo Fantozzi, stereotipo della bistrattata e disgraziata classe piccolo-borghese del secondo Dopoguerra.


 

De Andrè, carattere schivo, dipendente dall'alcol (smise di bere due bottiglie di whisky al giorno solo nel 1985 per una promessa solenne fatta al padre sul letto di morte) e con uno strabismo congenito, rifiutò per decenni non solo le luci della ribalta concesse in quell'epoca quasi esclusivamente dalla televisione, ma anche di esibirsi dal vivo fino al marzo del 1975. Chitarrista appena discreto, con nessuna abilità canora fatto salvo un timbro vocale eccezionale, si fece strada nel mercato discografico italiano dove imperavano artisti poliedrici, affermati e “scenici” come Mina, Adriano Celentano e Lucio Battisti, contribuendo insieme agli altri cantautori (suoi amici) dello scenario genovese Gino Paoli, Umberto Bindi, Luigi Tenco e Bruno Lauzi, al “boom” della canzone d'autore, sulla scia dei “cantastorie” francesi (George Brassens) e nordamaericani (Leonard Cohen e Bob Dylan).
Raggiunse il picco più alto della sua quarantennale e prolifica carriera negli anni '70, gli Anni di Piombo, quelli della contestazione studentesca e operia e della lotta armata fra estremisti di destra e di sinistra.
Nell'agosto del 1979 venne rapito insieme alla seconda moglie (e affermata cantante) Dori Ghezzi all'Agnata, la tenuta comprata a Tempio Pausania (SS) lontana da qualsiasi clamore, dall'Anonima Sequestri, la banda sarda che commise decine di sequestri a scopo estorsivo in tutta Italia, molti degenerati in brutali omicidi. Dopo più di tre mesi il sequestro si esaurì grazie ad un corposo riscatto pagato dal padre, ma questa devastante esperienza segnerà per sempre la vita e la produzione artistica del cantautore, peggiorando la sua dipendenza dall'alcol e il suo rifiuto verso il mondo esterno, così distante da quei nani, assassini, disperati, sbandati, transessuali e puttane da lui glorificati nelle proprie canzoni.


Negli anni '80 De Andrè sperimentò con successo nuovi orizzonti musicali, pubblicando l'album “Creuza da Ma”, interamente in dialetto genovese e pregno di contaminazioni musicali etniche.
Negli anni '90 produsse gli ultimi due album, prima di spegnersi a causa di una malattia fulminea e letale ai polmoni, compromessi dalle oltre sessanta sigarette quotidiane fumate per tutta la vita.
Se ne andava così lo spirito artistico e creativo più alto conosciuto dagli italiani nel ventesimo secolo, a margine di una vita spesa alla ricerca del più profondo significato dell'esistenza.
Al suo funerale si è riversata una fiumana di gente, primi fra tutti i vari Nicola Piovani, Massimo Bubola, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani, la Premiata Forneria Marconi e gli altri che hanno contribuito alla sua produzione.
Oltre al corposo lascito musicale, De Andrè ha lasciato alla musica anche i suoi due figli: Cristiano, cantautore e polistrumentista di primo livello, nato dalla prima moglie Enrica “Puny” Rignon nel 1962 e Ludovica detta “Luvi”, nata nel 1977 da Dori Ghezzi che ha ovviamente intrapreso la carriera dei genitori, prima come corista del padre e poi come cantante pop-rock di modesta fama.
Nel mondo dello spettacolo anche le nipoti Francesca e Fabrizia, figlie di Cristiano, entrambe supermodelle e spesso protagoniste dei salotti televisivi.

Per il ventennale della sua morte, RMC 101 nella giornata di oggi trasmetterà i suoi 20 brani più significativi, uno ad ogni ora. Altri brani di De Andrè faranno da cornice musicale agli articoli di Tp24.it.

In tutta Italia saranno ovviamente migliaia i tributi in memoria ed onore dell'uomo che ha accompagnato per mano - e ancora lo farà - tante  generazioni.


Emanuele Scavuzzo

 



Native | 2024-04-25 09:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Aprile dolce Vinitaly - Cantine Bianchi

La partecipazione a un evento come il Vinitaly porta con sé rischi e opportunità, un doppio binario che Cantine Bianchi ha scelto di abbracciare partecipando alla 56^ edizione del Salone Internazionale dei vini e distillati, vetrina di...